Ben l’85 per cento delle persone in Italia ritengono che la violenza sulle donne rappresenti a tutti gli effetti un allarme nella società attuale. È questo uno dei dati che emergono da un’indagine sulla percezione delle campagne contro la violenza sulle donne, che abbiamo realizzato in collaborazione con l’Istituto di ricerca Elma Research su un campione di 472 persone provenienti da tutta Italia.
Fra le diverse forme di violenza sono quella sessuale (75 per cento), quella fisica (63 per cento) e quella psicologica/verbale (61 per cento) ad essere ritenute le più gravi.
Secondo gli intervistati la televisione (73 per cento) e la stampa (64 per cento), mentre solo a un secondo livello si collocano i social network (46 per cento) e i canali istituzionali (39 per cento).
L’83 per cento degli intervistati ritiene che di questo tema si dovrebbe parlare di più, soprattutto sui canali istituzionali (58 per cento), nei luoghi di lavoro (55 per cento), da parte del personale sanitario (54 per cento) e anche a scuola (non compresa fra le opzioni del questionario, ma indicata come risposta libera da ben l’11 per cento degli intervistati).
Dati che fanno riflettere su quanto gli intervistati ritengano sia necessario un maggiore coinvolgimento di canali ufficiali, come quelli Istituzionali, nel discorso pubblico sul tema, anche con interventi più concreti che vadano oltre l’esposizione mediatica della tematica, ritenuta alta, ma di per sé insufficiente.
E anche in tema di tipologia di campagne, che gli intervistati ritengono utili più per aiutare le vittime che non per dissuadere i carnefici, dall’indagine emerge l’importanza di incrementare campagne che abbiano un obiettivo concreto, supportando appunto le vittime, quali la divulgazione di gesti di SOS riconosciuti come richiesta di aiuto (72 per cento) e di numeri antiviolenza (79 per cento).
Per questo motivo è estremamente necessario: