Al congresso di Chicago l’annuncio di Roche dopo i dati ricavati dagli studi di fase I,II e III. I ricercatori: “Il nostro programma di sviluppo delle immunoterapie antitumorali prevede un approccio onnicomprensivo che mira a ripristinare l’attività del sistema immunitario contro il tumore. I dati ottenuti con una vasta gamma di farmaci e associazioni potrebbero migliorare gli esiti di molti pazienti oncologici”
L’immunoterapia è anche quest’anno uno dei temi principali del 53° Congresso Americano di Oncologia Medica (ASCO) in corso a Chicago. I dati ricavati dagli studi di fase I, II e III, presentati al congresso da Roche sottolineano che atezolizumab (anti PD-L1potrebbe essere associato con successo ad altre immunoterapie, farmaci a bersaglio molecolare e svariate chemioterapie per il trattamento di un’ampia gamma di tumori.
“Applicando la nostra ricerca sull’immunoprofilazione tumorale e sul ciclo immunitario del tumore, stiamo accelerando ed espandendo i benefici sostanziali già registrati con atezolizumab a un maggior numero di pazienti oncologici”, ha dichiarato Sandra Horning, MD, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development.
“Il nostro programma di sviluppo delle immunoterapie antitumorali prevede un approccio onnicomprensivo che mira a ripristinare l’attività del sistema immunitario contro il tumore. Al congresso ASCO di quest’anno presenteremo i dati ottenuti con una vasta gamma di farmaci e associazioni, che a nostro parere potrebbero migliorare gli esiti di molti pazienti oncologici”, ha aggiunto.
Carcinoma renale
I dati ottenuti in uno studio condotto con atezolizumab più bevacizumab (farmaco anti-angiogenesi) su una particolare forma di carcinoma renale metastatico (mRCC) evidenziano come bevacizumab, oltre ad presentare proprietà immunomodulatorie, incrementi l’infiltrazione (migrazione) dei linfociti T all’interno dei tumori.
Lo studio IMmotion150 è uno studio di fase II, internazionale e multicentrico disegnato per valutare l’efficacia e la sicurezza di atezolizumab + bevacizumab, atezolizumab in monoterapia o sunitinib in monoterapia in 305 pazienti affetti da RCC non pretrattato, localmente avanzato o metastatico. I primi dati sull’attività della combinazione di atezolizumab+bevacizumab sono stati già presentati in occasione di un precedente congresso; al congresso ASCO vengono presentati i dati dei pazienti che dopo progressione in corso di terapia con sunitinib o atezolizumab sono passati alla terapia con la combinazione atezolizumab più bevacizumab (crossover), rispettivamente il 77% e il 75% dei pazienti.
Questa associazione terapeutica ha evidenziato un’importante attività clinica nei pazienti che hanno effettuato il crossover. Nello specifico il tasso di risposta globale (ORR) è stato del 26% in tutti i pazienti che hanno effettuato il crossover (28% nei pazienti che hanno effettuato il crossover post-sunitinib; 24% nei pazienti che hanno effettuato il crossover post-atezolizumab), con una sopravvivenza mediana libera da progressione (PFS) pari a 8,8 mesi. Nei pazienti trattati che hanno effettuato il crossover non è stato osservato alcun nuovo segnale di sicurezza.
IMmotion150: A Phase II trial in untreated metastatic renal cell carcinoma (mRCC) patients (pts) of atezolizumab (atezo) and bevacizumab (bev) vs and following atezo or sunitinib (sun). Oral abstract 4505 Monday 5 June, 08:00 – 11:00 CDT
Carcinoma polmonare
Dallo studio di fase III OAK, i cui dati di sopravvivenza sono già stati presentati precedentemente, è stata presentata un’analisi che ha valutato l’impatto del trattamento con atezolizumab anche dopo progressione radiologica della malattia (PD) nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) avanzato.
Il disegno dello studio permetteva, ai pazienti in trattamento con atezolizumab e in presenza di un beneficio clinico, di proseguire il trattamento anche dopo PD (in base ai criteri di valutazione della risposta nei tumori solidi [RECIST] v1.1) fino alla scomparsa di beneficio clinico secondo il giudizio medico dello sperimentatore.
Questi pazienti hanno ottenuto un beneficio clinico prolungato pari a 12,7 mesi di sopravvivenza globale (OS) (intervallo di confidenza [IC] al 95% 9,3–14,9), contro gli 8,8 mesi (6,0 – 12,1) dei soggetti trattati con altre terapie antitumorali dopo PD.
In tutti i sottogruppi con diversi livelli di espressione di PD-L1, sono state osservate risposte a livello delle lesioni tumorali bersaglio e stabilizzazione post-PD.
Ciò dimostra come atezolizumab sia in grado di fornire beneficio clinico anche dopo progressione radiologica della malattia (PD) e indipendentemente dai livelli di espressione di PD-L1.
Impatto del trattamento con atezolizumab (atezo) dopo progressione della malattia (TBP) nell’NSCLC avanzato: risultati tratti dallo studio randomizzato di fase III OAK. Abstract orale TPS5090, martedì 6 giugno, 09:45 – 12:45 CDT
Inoltre, i dati aggiornati di efficacia e sicurezza relativi ai bracci C–E dello studio di fase Ib GP28328, incoraggiano l’uso di atezolizumab in associazione a varie chemioterapie a dimostrazione dell’elevata tollerabilità dell’immunoterapia Roche.
L’endpoint primario dello studio era la sicurezza.
Tabella con i dati aggiornati di efficacia e sicurezza relativi ad atezolizumab nei bracci di associazione C–E
Arm C (carboplatin /paclitaxel) (n=25) |
Arm D (carboplatin/pemetrexed) (n=25) |
Arm E (carboplatin /nab-paclitaxel) (n=26) |
|
Confirmed response rate | |||
ORR, n (%) | 9 (36) | 17 (68) | 12 (46) |
CR, n (%) | 0 | 1 (4) | 4 (15) |
PR, n (%) | 9 (36) | 16 (64) | 8 (31) |
SD, n (%) | 12 (48) | 4 (16) | 9 (35) |
PD, n (%) | 3 (12) | 3 (12) | 3 (12) |
Median PFS (95% CI), months | 7.1 (4.2–8.3) | 8.4 (4.7–11.0) | 5.7 (4.4–14.8) |
Median OS (95% CI), months | 12.9 (8.8–21.3) | 18.9 (9.9–27.4) | 17.0 (12.7–NE) |
Gli ORR confermati e i dati maturi di OS forniscono ulteriori evidenze dell’esistenza di una sinergia tra l’attività antitumorale di atezolizumab e la chemioterapia.
Abstract 9092, Poster Board: #418. Lung Cancer—Non-Small Cell Metastatic Saturday 6 June 2017, 08:00 – 11:30 CDT