Rispettare l’orologio biologico, senza cercare cibo al di fuori dei momenti che ha fissato per il nostro organismo. È la ricetta per stare in forma ipotizzata da uno studio coordinato da Andrew McHill del Brigham and Women’s Hospital di Boston
(Reuters Health) – Un gruppo di ricercatori americani ha reclutato 110 studenti di età compresa tra i 18 e i 22 anni, per effettuare uno studio sui tempi del sonno e l’assunzione di cibo. I ragazzi dovevano completare un questionario sulle abitudini del sonno all’inizio dello studio, nonché tenere un diario giornaliero su sonno ed esercizio fisico. Inoltre dovevano indossare un monitor per consentire ai ricercatori di valutare il periodo di sonno- veglia. Per valutare l’assunzione di cibo, invece, i partecipanti erano stati invitati ad usare, per una settimana, un’applicazione per il telefonino che documentava e registrava le abitudini alimentari. Infine, i partecipanti sono rimasti una notte in ospedale per verificare a che ora cominciavano a salire i livelli di melatonina e valutare la composizione corporea, cioè massa muscolare e grasso.
Il tempo in cui la melatonina cominciava ad aumentare era simile tra tutti i partecipanti, sia i più magri che quelli con una percentuale superiore di grasso corporeo. Tuttavia, quelli più grassi, inmedia 8, 7% inpiù nelle donne e 10,1% in più negli uomini, consumavano la maggior parte delle caloriecirca un’ora prima del momento in cui cominciava ad aumentare la melatonina ai partecipanti più magri. Non si è invece registrata alcuna relazione tra la composizione del corpo e l’orario dei pasti, la quantità d calorie e il tipo di cibo consumavano, l’esercizio o il livello di attività e la durata del sonno.
I commenti
“I livelli di melatonina aumentano circa due ore prima dell’insorgenza del sonno abituale”, ha spiegato Andrew McHill. Sarebbe bene non mangiare troppo a ridosso di quel momento, nè fare spuntini nel bel mezzo della notte, perché, secondo l’esperto “questo è un momento in cui la melatonina è alta e l’orologio biologico sta promuovendo il sonno e il digiuno. Se gli spuntini notturno dovessero diventare un’abitudine, si rischierebbe seriamente di prendere peso”.
Fonte: American Journal of Clinical Nutrition
Marilynn Larkin
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)