Quasi il 95% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni utilizza internet e l’impiego della tecnologia può diventare problematico in una percentuale compresa tra l’1% e il 4% di loro. Addirittura in Italia si stimano 300mila giovani tra i 12 e i 25 anni con dipendenza da internet. Sono i numeri discussi a Milano da Onda in occasione dell’incontro di presentazione del volume “Quando tutto cambia. La salute psichica in adolescenza” curato dagli psichiatri Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze e salute mentale dell’Asst Fbf-Sacco di Milano e Gianni Migliaresi, responsabile, presso la medesima struttura, del Centro Adhd adulti. Presente all’incontro, Andrea Braguti, presidente di Federfarma Lecco. “La presenza ubiquitaria della tecnologia provoca quella che potremmo definire come una vera e propria sovrastimolazione sensoriale”, spiega Mencacci. “I ragazzi sono sempre esposti a micro-stimolazioni attraverso gli smartphone.
Alert, messaggi, like tendono a creare uno stato di allerta, con conseguenze che si riscontrano sull’attenzione, sulla memoria e sui ritmi del sonno. Quasi il 90% dei ragazzi riferisce di aver sperimentato il fenomeno della ‘vibrazione fantasma’ ovvero del falso allarme di ricezione di un messaggio sul cellulare. Ragazzi che sviluppano una vera e propria dipendenza da internet o dal gaming o dai social network, possono farlo a discapito anche della propria vita reale, scolastica e di relazione rischiando di isolarsi e “perdere il treno” della propria adolescenza ovvero di un periodo fondamentale nella creazione delle competenze emotive, affettive e relazionali”. Nella letteratura internazionale sono presenti numerosi studi che segnalano gli effetti sullo sviluppo cerebrale dell’utilizzo eccessivo di smartphone, gaming, internet e social network. Un dato interessante, seppur preliminare, deriva dal riscontro di vere e proprie modificazioni della materia bianca (prevalentemente dei fasci di connessione cortico-subcorticali) in ragazzi con dipendenza marcata da smartphone che ricalcano, almeno in parte, quelle già riscontrate in soggetti con dipendenza da internet.
Così Braguti: “Una presenza, la mia, fortemente voluta dai massimi dirigenti nazionali per dare un segnale di interesse verso un’associazione come Onda che segue da vicino la salute della donna. Tutti i relatori hanno messo in evidenza la grande influenza che l’ambiente può sviluppare sull’evoluzione neurofisiologica cerebrale dell’essere umano in accrescimento e il ruolo che la famiglia, primo ambito sociale, può efficacemente sviluppare. Grande attenzione da parte della platea, a maggioranza femminile, e riconoscimento del proprio ruolo, questa volta a vantaggio dei propri figli, della parte femminile che normalmente si assume la maggior parte del carico educativo e relazionale dei cosiddetti “nativi digitali”.