Si va dal benefattore del ‘600 Pietro Carcano al medico Carlo Vergani scomparso nel 2020, personaggio di spicco della geriatria a livello internazionale, da Luigi Sacco, che contribuì a debellare il vaiolo in Italia grazie alla vaccinazione a Baldo Rossi, chirurgo della prima guerra mondiale che curò Hemingway.
In tutto sono 75 ritratti su pannelli di 1 metro per 2 che coprono due fiancate del cantiere del nuovo Policlinico di Milano. Le protezioni affacciate sulla strada sono divenute la tela per una maxi opera di street art. I mecenati e i medici che hanno scritto la storia secolare dell’ospedale meneghino diventano pop: ad attualizzarè i loro ritratti custoditi nella quadreria dell’Irccs ci hanno pensato gli Orticanoodles, esponenti quotati dell’arte urbana, a colpi di bombolette spray e pennellate. Così, spiegano dall’Irccs, il cantiere si è trasformato in una «esposizione a cielo aperto» con i maggiori testimonial della storia della medicina e della beneficenza milanese, la storia della Cà Granda.
Missione: «Unire simbolicamente l’antico ospedale con il Policlinico del futuro», spiegano i promotori. Tra i personaggi ritratti ci sono Emma Vecla, soprano di fama internazionale e benefattrice dell’ospedale, a cui è stata dedicata la Terapia intensiva, Luigi Mangiagalli, fondatore della moderna Ostetricia e creatore della Clinica Mangiagalli, primo punto nascita d’Italia, Luigi Marangoni, direttore sanitario del Policlinico assassinato dalle Brigate Rosse il 17 febbraio 1981, esattamente 40 anni fa. Dipinti con speciali colori arricchiti con farina di quarzo, che sfumano dal rosso (colore degli antichi mattoni della Cà Granda) al verde (a simboleggiare il Giardino Alto che si troverà sul tetto del nuovo Policlinico). Quando l’ospedale sarà terminato tutti i pannelli troveranno posto all’interno della struttura.