Sono 126 le strutture dedicate ai disturbi alimentari sparse in tutto il territorio nazionale, di cui 112 pubbliche (appartenenti al Servizio sanitario nazionale – Ssn). La mappatura territoriale è stata pubblicata ieri, giornata del Fiocchetto Lilla, coordinata dal Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto superiore di sanità, ed è stata realizzata con il supporto tecnico e finanziario del Ministero della Salute-CCM.
Per disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, si intendono tutti quei disturbi quali anoressia, bulimia e binge eating (disturbo da alimentazione incontrollata), che purtroppo sono sempre più diffusi e colpiscono fasce sempre più giovani della popolazione, ma che dovrebbero essere diagnosticati e trattati più adeguatamente.
Simona Pichini, responsabile facente funzione del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Iss – afferma che la piattaforma web, costantemente aggiornata, è un servizio prezioso perché offre, in tempo reale, un database dei centri dedicati alla cura di tali disturbi, consentendo così a chi ne soffre o a chi sta loro vicino la possibilità di usufruire di interventi appropriati.
Sulla base dei dati, l’84% ha dichiarato di prendere in carico persone di età pari o superiore a 18 anni, l’82% la fascia d’età 15-17 anni e il 48% i minori fino a 14 anni. La modalità di accesso è diretta nel 77% dei casi, ossia è il paziente stesso che si reca nella struttura. I centri prevedono l’accesso mediante pagamento del ticket sanitario (68%), in modalità gratuita (33%), in regime di intramoenia (11%).
Sono 1491 i professionisti che vi lavorano, nella quasi totalità formati e aggiornati: soprattutto psicologi, psichiatri e neuropsichiatri infantili, infermieri, dietisti, educatori professionali, medici specialisti in nutrizione clinica, internisti o pediatri e altri specialisti.
Lo strumento diagnostico più utilizzato è il DSM5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali). Una volta fatta la diagnosi, l’offerta integra diverse tipologie di intervento: psicoterapeutico, di monitoraggio della condizione psichico-fisico-nutrizionale, nutrizionale, farmaco terapico, psicoeducativo, di abilitazione o riabilitazione fisica e sociale.
La valutazione della qualità del servizio viene effettuata dal 44% dei centri che rilevano la soddisfazione degli utenti (nel 97% dei casi), la soddisfazione dei familiari (63%) e la soddisfazione degli operatori (42%).