Professor Di Pietro, da che cosa è generato l’herpes simplex?
Di herpes simplex soffrono all’incirca 90% di italiani, una percentuale piuttosto alta. La causa scatenante è un virus, l’herpes virus hominis, che comprende due varianti: quella di tipo 1 responsabile delle lesioni localizzate generalmente al volto, in particolare sulle labbra e sulle narici, e quella di tipo 2 che provoca infezioni nell’area genitale.
Come si contrae il virus?
Per contagio. Basta semplicemente un contatto tra un individuo infetto e uno sano a consentire al virus di penetrare attraverso la cute o le mucose, di raggiungere i gangli nervosi e restare lì silente, annidato anche a lungo senza dare problemi. Spesso il virus si contrae da piccoli, basta anche il bacio della mamma al bambino, anche se sulle labbra non resterà alcun segno visibile. Il fatto che l’infezione sia del tutto asintomatica, può renderne difficile la diagnosi.
Abbiamo detto che resta silente, dunque come avviene l’attivazione del virus?
È il sistema immunitario che in qualche modo costringe il virus a restare silente, ma appena le difese si abbassano a causa di una situazione di stress fisico o psichico , come impegni di lavoro, influenza, un lutto, una eccessiva esposizione al caldo o al freddo, un malessere intestinale, la gravidanza, l’inizio delle mestruazioni o l’assunzione di particolari cibi, il virus si sveglia ritornando alla cute o alle mucose.
Qual è la manifestazione tipica dell’herpes simplex?
Inizialmente l’herpes labiale si manifesta con un leggero pizzicore e un senso di calore sul punto arrossato del labbro. Nel giro si poche ore, alcune vescicole ripiene di liquido limpido, spesso dolorose, cominciano a svilupparsi nella stessa zona del punto iniziale accertando la comparsa dell’herpes labiale. Seppure in maniera meno frequente, le vescicole possono formarsi anche sulla mucosa nasale (in particolare sulla parete esterna od interna delle narici), sulle guance o sul palato. Una volta terminato il processo infiammatorio, le vescicole provocate dall’herpes labiale si asciugano e formano una crosticina giallastra che scompare nel giro di 7-10 giorni, anche senza alcun trattamento.
Una caratteristica di questa malattia?
Certamente il fatto che può recidivare; di media ciò avviene 2-3 volte l’anno, specie in concomitanza con l’azione di alcuni fattori di rischio. Quando invece si verificano più di 6-8 recidive conviene tentare la vaccino-terapia, pur con i limiti oggettivi che questa tecnica presenta.
È possibile giocare d’anticipo e prevenirne lo sviluppo?
La prima regola importante per difendersi dalle recidive di herpes labiale è conoscerne i sintomi, così specifici e personali, tanto che ogni persona arriva a capirne in anticipo la piena manifestazione. In termini generali, tuttavia, i sintomi premonitori si manifestano sei-dodoci ore prima della comparsa dell’eritema, cioè di quell’arrossamento che dà il via alla sequenza delle lesioni labiali. I segnali d’allarme più tipici sono il bruciore localizzato alla zona in cui comparirà il grappolo di lesioni, che a volte può addirittura assumere le sembianze di una vera trafittura, oppure un inspiegabile prurito.
Dall’herpes simplex si guarisce?
Dall’herpes simplex non si guarisce, tuttavia va detto si tratta di una malattia che sta oggi diventando sempre più dominabile. Una volta che il virus ha fatto capolino, anche se poi resta latente a lungo, e’ altamente probabile che si ripresenti. È a questo punto che è possibile dominarlo, grazie ai diversi e nuovi farmaci di cui disponiamo. L’unica avvertenza importante è quella di non intervenire con rimedi empirici che non fanno altro che peggiorare la situazione come ad esempio all’applicazione di etere, di succo di limone, di aglio, di dentifricio.
Quali sono le possibilità terapeutiche?
Dipende dal grado della manifestazione. Se si interviene ai primissimi sintomi, a volte può bastare l’applicazione di ghiaccio e, nelle forme minori, di creme antivirali. Per chi è a rischio di recidive di noma si ricorre alla somministrazione decrescente di farmaci antivirali per un anno. C’è poi il vaccino per via sottocutanea: una somministrazione settimanale per tre mesi, poi ogni due settimane per due mesi e infine ogni mese per almeno un anno con risultati alla fine buoni nell’80% dei casi.
Ha parlato di farmaci antivirali: quali sono i più efficaci ?
Fino ad ora l’aciclovir era la sostanza più usata nel trattamento di queste lesioni che tuttavia riusciva a contrastare l’avanzata del virus solo se applicato durante la fase prodromica, cioè prima che il virus avesse concluso il suo processo di duplicazione, arrivando fino alle labbra e provocando di conseguenza la lesione. Oggi, invece, anche per chi non riesce ad intervenire nel breve lasso di tempo che precede la comparsa delle vescicole vi è la possibilità di limitare i danni. Infatti due studi clinici internazionali hanno dimostrato come con creme a base di Penciclovir si possano ridurre durata ed entità dei sintomi, anche quando si interviene dopo che la lesione e’ comparsa.