Garantire il riconoscimento giuridico ai 3 milioni di persone, soprattutto donne tra i 45 e i 55 anni, che quotidianamente si prendono cura di un famigliare disabile o non autosufficiente. Questo l’obiettivo del disegno di legge, già sottoscritto da 73 senatori, presentato oggi a Palazzo Madama. In 9 articoli, il testo punta al riconoscimento, alla valorizzazione e alla tutela di chi presta assistenza a una persona non autosufficiente.
Garantire il riconoscimento giuridico ai 3 milioni di persone, soprattutto donne tra i 45 e i 55 anni, che quotidianamente si prendono cura di un famigliare disabile o non autosufficiente. E’ l’obiettivo del disegno di “Legge quadro per il riconoscimento e la valorizzazione del caregiver famigliare”, di cui è primo firmatario al Senato il senatore del Pd Ignazio Angioni, che è stato illustrato questa mattina in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato alcuni dei firmatari, i senatori dem Valeria Fedeli, vicepresidente di Palazzo Madama, Donella Mattesini e Stefano Vaccari, oltre a numerosi rappresentanti delle associazioni del settore.
“Questo disegno di legge – ha spiegato Ignazio Angioni – sottoscritto già da 73 senatori, ha l’obiettivo prioritario di riconoscere la figura del caregiver, un nuovo soggetto sociale sul quale è caricata la cura di circa 1,5 milioni di persone. La finalità è di agevolare a queste persone la conciliazione tra cura, impegni professionali e vita sociale e di relazione. Si parte da una lacuna legislativa che riguarda le donne, credo non a caso. Analoga proposta è stata presentata alla Camera dal deputato Pd Edoardo Patriarca, segno evidente che facciamo sul serio”.
Loredana Ligabue, dell’associazione Carer dei caregiver dell’Emilia Romagna ha chiarito come “il disegno di legge parte dall’esperienza di alcune regioni come l’Emilia Romagna e la Sardegna. Si tratta di riconoscere un ruolo e di fare rete tra i caregiver informali, cioè questi volontari domestici che sono per lo più donne e i caregiver formali della rete di assistenza istituzionale, anche per riprogettare le politiche di welfare”.
In 9 articoli, il disegno di legge punta alla definizione del caregiving ed è finalizzata “al riconoscimento, alla valorizzazione e alla tutela di chi presta assistenza a una persona non autosufficiente, conciliando tale attività con la sua vita lavorativa e sociale”. Si riconosce la possibilità di accedere ad un piano assistenziale individuale, di richiedere flessibilità sul lavoro, di avere assistenza psicologica e formazione, di certificare le competenze acquisite e di poter godere di un sostegno economico.
Pietro Vittorio Barbieri, portavoce del Forum del Terzo settore ha riconosciuto come “in Parlamento si stia producendo il fatto nuovo importante del riconoscimento di una condizione. Non si tratta però di sostituire il servizio pubblico, che deve funzionare e garantire i livelli essenziali di prestazione”.
Al disegno di legge hanno espresso sostegno, nel corso della conferenza stampa, anche Vincenzo Falabella della Fish, Marco Espa dell’associazione Abc dei famigliari di bambini cerebrolesi, Maria Irene Trentin del coordinamento donne della Cisl, Elisabetta Ielapi dell’associazione Alice, Enzo Costa presidente dell’Auser.
Il senatore del Pd Stefano Vaccari, eletto a Modena, ha ricordato come “questo disegno di legge muove dalla legge regionale dell’Emilia Romagna 2/2014, ha come riferimento un contesto normativo già definito in Ue e riconosce una nuova soggettività sociale a persone che svolgono una funzione indispensabile”.
“Non si tratta assolutamente di sostituire la rete dei servizi sanitari e socio-assistenziali che deve essere garantita e migliorata – ha sottolineato la senatrice dem Donella Mattesini – ma di riconoscere un ruolo a chi ora opera spesso in assoluta solitudine”.
“Il fatto che la proposta é presente in ambedue i rami del Parlamento – ha detto Valeria Fedeli in conclusione – è garanzia della volontà politica di legiferare davvero. Dobbiamo tenere aperto il confronto con tutti i soggetti e coinvolgere anche il sistema di rappresentanza delle imprese. I caregiver sono soprattutto donne e questo spiega perché finora lo Stato non si sia occupato della materia, ma il fatto che i primi firmatari delle proposte dem siano due uomini è molto positivo”.
Da QS