Le neoplasie prostatiche sono le più frequenti nell’uomo.
Diagnosi precoce, gestione multidisciplinare e appropriatezza terapeutica, unitamente a una comunicazione chiara e a un coinvolgimento non solo maschile, sono strategie cruciali per contrastare questa patologia.
Secondo l’ultimo rapporto “I numeri del cancro in Italia”, pubblicato nel dicembre 2022, sono infatti state stimate circa 40.500 nuove diagnosi, che rappresentano il 19,8% di tutti i tumori maschili. L’incremento registrato rispetto al dato precedente del 2020 (circa 36.000) è da correlare al calo delle nuove diagnosi determinato dalla pandemia da Covid-19. In termini di prevalenza, sono 564.000 gli uomini viventi dopo una diagnosi di tumore della prostata mentre per quanto riguarda la mortalità, nel 2021, sono stimati 7.200 decessi.
Da parte degli uomini, in genere, si rileva anche una scarsa attitudine a sottoporsi a controlli in assenza di problematiche specifiche o disturbi manifesti, ancora più in ambito urologico che attiene alla sfera sessuale e riproduttiva.
Per questo è importante identificare le possibili traiettorie di intervento per promuovere una corretta informazione e facilitare l’accesso alla diagnosi precoce.
Durante la conferenza stampa è stato presentato un documento rivolto alle Istituzioni.