Negli ultimi vent’anni la prevalenza in Europa dei difetti del tubo neurale non è calata in modo sostanziale, nonostante le raccomandazioni alle gestanti sulla necessità di garantire un’adeguata assunzione di acido folico. Questi sono i risultati di uno studio pubblicato sul British Medical Journal i cui autori, coordinati da Helen Dolk, professore di epidemiologia all’Eurocat Central Registry, della University of Ulster di Newtownabbey (Regno Unito), affermano che, a conti fatti, l’Unione europea non è riuscita ad attuare una politica efficace per la prevenzione dei difetti del tubo neurale con l’acido folico. Ogni anno spina bifida e anencefalia interessano circa 5.000 gravidanze in Europa con gravi conseguenze per neonati e famiglie. «L’assunzione di integratori a base di folina prima della gestazione e nella prima parte della gravidanza riduce il rischio di malformazioni neurali, ma in assenza di programmi obbligatori solo una piccola minoranza di donne segue le indicazioni» scrivono i ricercatori, che hanno esaminato le tendenze a lungo termine della prevalenza di difetti del tubo neurale nell’Unione europea analizzando oltre 11.000 casi in 28 registri Eurocat (European Surveillance of Congenital Anomalies) tra il 1991 e 2011. E i risultati indicano che la prevalenza totale di difetti neurali nel 2011 era di 9 nati su diecimila, all’incirca quella del 1991. Gli autori sottolineano che si tratta di uno studio osservazionale e che nessuna conclusione può essere tratta su causa ed effetto, ma aggiungono che le politiche per la fortificazione obbligatoria di alimenti di prima necessità con l’acido folico dovrebbero essere considerate come il più importante ed efficace mezzo per la prevenzione dei difetti del tubo neurale. E in un editoriale di comment James Mills, epidemiologo ai National Institutes of Health di Bethesda, aggiunge: «Se la sensibilizzazione volontaria non funziona, l’Europa dovrebbe considerare la fortificazione obbligatoria, che ha già dimostrato la sua efficacia in molti paesi tra cui gli Stati Uniti».
Bmj. 2015. doi: 10.1136/bmj.h5949
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26601850
Bmj. 2015. doi: 10.1136/bmj.h6198
http://www.bmj.com/content/351/bmj.h6198.long
Da Doctor33