Fertility Day. A promozione di una prevenzione responsabile e consapevole

22 Set 2016

Si celebra oggi, 22 settembre 2016, il primo Fertility Day, istituito nell’ambito del Piano Nazionale della fertilità dal Ministro della Salute Lorenzin con l’obiettivo di richiamare l’attenzione su un tema, quello della fertilità, ancora poco considerato a tutti i livelli. Un’importante iniziativa che vuole contribuire ad avviare un cambiamento culturale, educando e responsabilizzando le giovani e i giovani a prendersi cura della propria salute sessuale e riproduttiva.

Fondamentale è anzitutto informare i più giovani sulla fisiologia riproduttiva  e sull’andamento della curva del potenziale fertile in relazione all’età.

La fertilità è comunemente “data per scontata”  e immaginata al di fuori di una finestra temporale limitata. Nelle donne segue una curva gaussiana che inizia a scendere già dopo i 30 anni: la fertilità risulta massima tra i 20 e i 30 anni, poi decresce, riducendosi rapidamente dopo i 35 anni fino ad arrivare prossima allo zero già alcuni anni prima della menopausa.

Ogni donna possiede alla nascita un patrimonio di circa 1-2 milioni di follicoli che al momento dello sviluppo puberale sono già drasticamente ridotti (pari a circa 300/500.000). Tale patrimonio costituisce la cosiddetta “riserva ovarica”; essa varia geneticamente da donna a donna, ma anche altri fattori, come sostanze tossiche/farmaci o pregressi interventi chirurgici possono danneggiarla o depauperarla ( la riserva ovarica). Dalla riserva ovarica dipende la capacità ovulatoria, cioè la capacità delle ovaie di produrre ovociti maturi, pronti per la fecondazione da parte dello spermatozoo e quindi il potenziale di fertilità. Durante l’età fertile, per ogni ciclo mestruale, dei molti follicoli che si preparano a maturare, in genere solo una cellula uovo giunge a maturazione (ovulazione); gli altri si atrofizzano, contribuendo così ad esaurire il patrimonio follicolare. Con il trascorrere degli anni, anche i follicoli “invecchiano” con conseguente riduzione non solo della quantità, ma anche della qualità degli ovociti che sono a maggior rischio di alterazioni cromosomiche.

Nell’uomo la produzione degli spermatozoi, che inizia con la pubertà, continua a ritmo pressoché costante, rendendo sempre disponibile una riserva di spermatozoi maturi. Ma anche nell’uomo con l’avanzare dell’età, il numero di spermatozoi maturi si riduce ed anche la loro qualità si deteriora, traducendosi in una diminuzione del potenziale di fertilità maschile.

 

I giovani devono poi conoscere i comportamenti che possono compromettere la fertilità.

Il sistema riproduttivo, il cui funzionamento è complesso e influenzato da molteplici fattori sia nella donna che nell’uomo, è infatti particolarmente vulnerabile alle interferenze ambientali. Per questo, fin dalla giovanissima età, è importante adottare corretti stili di vita quale presupposto fondamentale per la salute non solo generale ma anche riproduttiva.

Fumo di sigaretta, alcol e sostanze d’abuso quali droghe e steroidi anabolizzanti hanno effetti dannosi sulla fertilità femminile e maschile. Anche eccessive variazioni del peso corporeo in positivo e in negativo interferiscono con il potenziale fertile.

 

Un aspetto cruciale è quello della prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili  (MST) che rappresentano un importante fattore di infertilità. Una volta acquisite, possono infatti esitare in alterazioni irreversibili a carico degli organi della riproduzione, in particolare delle tube.

Ad oggi i giovani sono ancora molto poco informati sulle MST e sulle possibili conseguenze a danno della salute sessuale, riproduttiva e generale; eppure rappresentano la categoria più esposta in considerazione dei profondi cambiamenti delle abitudini sessuali (anticipazione dell’età del primo rapporto, maggior promiscuità) e della diffusione di comportamenti a rischio, primo tra tutti il non utilizzo del preservativo. Recentemente l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha aggiornato le Linee guida su tre infezioni batteriche trasmesse sessualmente (Chlamydia, Gonorrea e Sifilide). Tra queste la più comune è la Chlamydia che, anche quando asintomatica, può danneggiare il sistema riproduttivo e che sta diventando sempre più difficile da trattare per l’insorgenza di forme di antibiotico-resistenza.

 

Comportamenti responsabili e consapevoli a tutela della fertilità possono scaturire solo dalla conoscenza. Proprio questa è la direzione del Piano Nazionale della fertilità e della Giornata odierna a cui Onda contribuisce organizzando a Milano il Convegno “Fertilità naturale e fertilità difficile: dalla prevenzione alla cura”.

 

 

 

 

Sostieni la salute della donna!