Con la Dottoressa Ilaria Tedeschi, Psicologa, parliamo di quelli che possono essere gli effetti dello stress sulla gravidanza.
Quali sono i sintomi dello stress in gravidanza?
La gravidanza può essere fonte di stress nella donna poiché è un momento in cui intervengono numerosi cambiamenti fisiologici, psicologici e sociali. Vista l’entità di questi mutamenti, è dunque normale che una piccola dose di stress sia sperimentata.
Lo stress è un’attivazione fisiologica intensa che percepiamo nel tentativo di adattarci a particolari eventi ambientali (stressors). Nella sindrome di adattamento generale, definita da Selye, sono individuate 3 diverse fasi. In una prima fase, detta “di allarme”, l’individuo può reagire agli stressors attraverso l’attivazione del sistema simpatico, e quindi con un aumento della frequenza cardiaca, della pressione sanguigna, dell’attività respiratoria, delle secrezioni endocrine, della sudorazione, della temperatura corporea e della tensione muscolare.
Nella seconda fase, chiamata di “mantenimento”, il corpo si organizza per affrontare la situazione stressante e i sintomi della fase d’allarme scompaiono.
Nella terza fase, detta di “esaurimento”, se gli stressors persistono avviene un crollo delle difese, con sintomi quali affaticamento, problemi del sonno e abbassamento delle difese immunitarie. Lo stress di per sé non è una condizione patologica, in quanto in basse intensità aumenta la concentrazione e la performance dell’individuo.
Lo stress in gravidanza potrebbe arrecare disturbi al nascituro?
Una piccola dose di stress durante la gravidanza è, come abbiamo detto, del tutto normale e non comporta conseguenze significative.
Una condizione di stress cronica invece implica una stimolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene con una conseguente maggior secrezione di cortisolo, ormone che se presente in grandi quantità potrebbe avere effetti negativi sulla gravidanza e sulla salute del nascituro.
Quali potrebbero essere le conseguenze?
Alcuni studi hanno evidenziato che uno stress intenso e prolungato potrebbe aver influenze negative sulla gravidanza, quali un maggior rischio di parto pre-termine e un minor peso del neonato. L’effetto dello stress potrebbe però non essere direttamente responsabile di ciò ma condurre la madre ad adottare comportamenti non salutari nel tentativo di gestirlo (es. uso di tabacco, alcol). Sembrerebbero esserci anche delle conseguenze sulla motricità del feto: parrebbe che feti di madri molto ansiose presentino una minor quantità di movimenti registrati tramite ecografia.
Altri studi hanno poi rilevato una maggior presenza di malattie infettive infantili con conseguente uso di antibiotici, in bambini figli di madri stressate durante la gestazione.
Un altro studio ha inoltre osservato che bambine esposte nelle prime settimane di gestazione ad alti livelli di cortisolo presentavano un maggior volume dell’amigdala, organo deputato ai processi emotivi. Ciò Suggerirebbe quindi la possibilità di un maggior rischio di sviluppo di disturbi affettivi nel corso della vita, quali ansia, depressione, etc. L’esposizione del feto ad alti livelli di cortisolo in gestazione rappresenterebbe quindi un possibile fattore di rischio per lo sviluppo di problematiche successive. Come ultimo aspetto, ma di vitale importanza, non va dimenticato che condizioni di stress/ansia intensi nelle neomamme potrebbero subentrare nella relazione di attaccamento tra loro e il proprio bambino, rendendo per le mamme più complesso e difficoltoso rispondere in maniera adeguata ai bisogni emotivi dei propri bimbi.
Quali strumenti possono ridurre lo stato di stress nella donna in gravidanza?
Viste le possibili conseguenze che elevati livelli di cortisolo in gravidanza potrebbero causare sul nascituro, è di fondamentale importanza riconoscere quando lo stress è eccessivo e agire in tal senso per gestirlo al meglio. Esistono diversi strumenti efficaci per la gestione dello stress, quali le tecniche di rilassamento (il rilassamento muscolare progressivo, il biofeedback o la tecnica del respiro lento), la meditazione (yoga, mindfulness), e/o la psicoterapia. Non va però sottovalutata l’importanza di aspetti quali un costante ma non eccessivo esercizio fisico, un’alimentazione equilibrata e ritmi sonno-veglia regolari.
Potrebbe esserci una correlazione tra lo stress in gravidanza e il sesso del nascituro , cosi come una ricerca dell’università di Oxford , secondo cui il lavoro e i problemi della madre “scelgono” il sesso del neonato?
Recentemente un gruppo di ricercatori dell’università di Oxford ha pubblicato una ricerca in cui hanno rilevato che donne stressate durante la gravidanza avrebbero maggiori probabilità di concepire una femmina. Nel loro campione infatti, donne con alti livelli di cortisolo avevano ben il 75% di probabilità in meno di concepire dei maschietti. Già altre ricerche in passato aveva cercato di valutare il possibile effetto dello stress sul sesso del nascituro.
Questi risultati, molto interessanti, sono da considerare come preliminari, nel senso che il campione della ricerca includeva 338 donne incinte e gli stessi risultati dovranno essere quindi confermati da ricerche su campioni più ampi. Inoltre gli alti livelli di cortisolo presenti in queste donne potrebbero essere indicativi non solo di stress, ma anche di altri aspetti o stili di vita che potrebbero avere un impatto sul sesso nel nascituro.