Secondo uno studio pubblicato su Annals of Internal Medicine e coordinato da Jill Buyon, direttore della divisione di reumatologia e del centro lupus al Nyu Langone Medical Center di New York City, gran parte delle donne con lupus eritematoso sistemico (Les) in quiescenza o in forma lieve-moderata avrà una gravidanza priva di complicazioni. «Ricerche precedenti suggerivano che le donne con lupus eritematoso sistemico dovevano evitare il concepimento a causa di possibili complicazioni anche gravi per la propria salute e quella del feto» esordisce la reumatologa, sottolineando che con l’ampliarsi delle conoscenze la raccomandazione è stata modificata, consigliando alle pazienti di rinviare la gravidanza fino a quando i sintomi fossero sotto controllo. Finora, tuttavia, non vi era certezza che il consiglio fosse quello giusto, né che l’esito della gravidanza fosse favorevole. Da qui lo studio PROMISSE, Predictors of Pregnancy Outcome: Biomarkers in Antiphospholipid Antibody Syndrome and Systemic Lupus Erythematosus, svolto tra settembre 2003 e dicembre 2012 in otto centri statunitensi e uno in Canada. «Una delle domande che sta più a cuore alle giovani donne fertili con Les è: rimanere incinta è sicuro nonostante la malattia?» riprende Buyon. E i risultati di PROMISSE sono rassicuranti: nella maggior parte dei casi la madre e il bambino sono al sicuro se la malattia è sotto controllo al concepimento. Per giungere a questi risultati i ricercatori hanno seguito 385 donne in gravidanza con lupus inattivo o in forma lieve-moderata, scoprendo che a sperimentare complicazioni tra cui la morte fetale o neonatale o la nascita di neonati pretermine o a termine ma piccoli per l’età gestazionale, è stato il 20% delle partecipanti. E con l’analisi multivariata gli autori hanno scoperto diversi fattori che possono mettere a rischio le gestanti: malattia in fase attiva, ipertensione arteriosa in terapia farmacologica, bassa conta piastrinica oppure test del lupus anticoagulante positivo nel primo trimestre. E Bevra Hahn, della David Geffen School of Medicine all’Università di California Los Angeles, commenta in un editoriale: «Per ottimizzare l’esito della gestazione, le pazienti ad alto rischio dovrebbero sottoporsi a una valutazione approfondita che, se possibile, andrebbe eseguita in gravidanza da uno specialista in medicina materno-fetale in collaborazione con un reumatologo».