In post-menopausa la dieta mediterranea si associa a una riduzione del rischio di frattura d’anca

6 Apr 2016

Secondo uno studio pubblicato su Jama Internal Medicine, una dieta mediterranea ricca di frutta, verdura, pesce, noci, legumi e cereali integrali sembra associata a una moderata riduzione del rischio di frattura dell’anca nelle donne. Finora le ricerche svolte sulla correlazione tra assunzione di sostanze nutritive coinvolti nel metabolismo osseo e prevenzione del rischio fratturativo hanno dato risultati contrastanti» esordisce Bernhard Häring dell’Università di Würzburg in Germania, che con i coautori ha verificato se la dieta fosse in grado di modificare la salute delle ossa nelle donne in post-menopausa analizzando i dati dello studio statunitense Women’s Health Initiative. «Il trial ha coinvolto 90.014 donne con età media di 64 anni seguite per quasi 16 anni e valutate in base al tipo di dieta seguita» scrivono i ricercatori, che durante il periodo di osservazione hanno registrato 28.718 fratture, di cui 2.121 all’anca, scoprendo che la dieta mediterranea si associa a una minima riduzione del rischio assoluto di frattura d’anca, stimata nello 0,29%.

«A fronte di questo dato non è emerso tuttavia alcun legame tra dieta mediterranea e rischio totale di frattura e nemmeno tra altri regimi alimentari e riduzione del numero di fratture dell’anca o di altre ossa» scrivono i ricercatori, precisando i limiti dello studio: casistica composta da sole donne in post-menopausa in buona salute generale; esiti di fratture auto-riportati; valutazione dei nutrienti mediante questionari. «Questi risultati suggeriscono che un’alimentazione sana può giocare un ruolo nel mantenimento della salute ossea in post-menopausa» conclude Häring. «Al momento attuale il sistema sanitario statunitense ignora quasi del tutto l’alimentazione a favore della terapia farmacologica, oltre ad essere costoso e inefficace rispetto a quello di altri paesi» commenta in un editoriale Walter Willett dell’Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston. E conclude: «L’integrazione della dieta mediterranea e dei relativi modelli alimentari nella pratica medica, negli ospedali, nelle scuole e in altre istituzioni ha tutto il potenziale per migliorare il benessere della popolazione, anche in termini di rischio fratturativo».

Jama Intern Med. 2016. doi: 10.1001/jamainternmed.2016.0482 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27019044
Jama Intern Med. 2016. doi: 10.1001/jamainternmed.2016.0494 http://archinte.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=2504183

Da Doctor33

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