PUNTI NASCITA. GINECOLOGI, NEONATOLOGI E PEDIATRI: “TENERE APERTI REPARTI CON MENO DI 500 PARTI METTE A RISCHIO SALUTE DI MAMME E BAMBINI”

23 Set 2019

“Avere la possibilità di partorire sul proprio territorio, ma mettere a rischio la salute e il benessere del bambino e della madre è una scelta che le Società Scientifiche non condividono. I dati scientifici a disposizione, in un tempo in cui l’età media della partoriente è sempre più alta, obbligano a scegliere la sicurezza piuttosto che la comodità”, scrivono in una nota congiunta Aogoi, Sigo, Sin e Sip.

Le Società Scientifiche dell’area Ostetrica e Ginecologica, Neonatologica e Pediatrica hanno espresso “grande preoccupazione” in seguito alle ultime notizie riguardanti il tema della revisione dei requisiti nazionali dei punti nascita, sollevata dal Presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini durante l’incontro con il Ministro della Sanità Speranza (Regione, peraltro, dove il 21.7% dei punti nascita registra meno di 500 nati/anno, contro una media nazionale del 15%).

Per i medici delle tre aree la richiesta rischia “di mettere in discussione i criteri che hanno portato al processo di razionalizzazione della rete dei punti nascita italiani, con la chiusura di quelli considerati non sicuri”.

“Da quasi 10 anni – ricordano  AOGOI, SIGO, SIN e SIP – le nostre società scientifiche sono impegnate, a fianco delle Istituzioni, nel sostenere l’attuazione dell’Accordo Stato-Regioni del 2010 che prevede, a tutela della sicurezza di mamma e bambino, la razionalizzazione e la chiusura progressiva dei punti nascita con meno di 500 parti l’anno.

L’articolo completo è disponibile sul sito di Quotidiano Sanità

 

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