La medicina di precisione è una delle frontiere dei trattamenti oncologici e consente, prevalentemente mediante lo studio dei profili genetici dei pazienti, di costruire un percorso di cura quanto più possibile personalizzato. La sopravvivenza per molti tipi di neoplasia oggi raggiunge livelli una volta impensabili, è quindi corretto focalizzarsi anche sul dopo le cure, ovvero sul percorso riabilitativo, garantendo ai pazienti quanto le più moderne tecnologie possono offrire.
Presso l’unità operativa di Medicina del Dolore Clinica e Sperimentale dell’IRCCS CRO di Aviano (Pordenone), diretta dal dottor Luca Miceli, ove è incardinata anche l’attività fisioterapica dell’Istituto, è partito un progetto di riabilitazione di precisione nell’ambito della patologia oncologica mammaria che intende fornire un servizio alle donne operate di tumore al seno, alle quali viene fornito uno specifico profilo osteoarticolare e muscolare, un vero e proprio “fascicolo personale riabilitativo” che potrà essere un valido riferimento per il fisioterapista delle donne che, dopo la conclusione delle cure oncologiche, rientrano immediatamente al domicilio, dove intraprendono un percorso riabilitativo vicino a casa. Spiega il dottor Luca Miceli, che è anche coordinatore della Rete regionale dei centri per la terapia del dolore del Friuli Venezia Giulia: “Il percorso nasce da più condizioni concomitanti: la disponibilità di attrezzature dedicate per l’analisi cinematica del movimento come sensori inerziali, telecamere opto cinetiche, elettromiografia di superficie; la possibilità di trattare il dolore, che spesso limita l’articolarità della spalla, con tecnologie all’avanguardia, come radiofrequenza pulsata e blocchi nervosi periferici; ma soprattutto la professionalità e le competenze della fisioterapista responsabile del progetto, dottoressa Giulia Bongiorno, atleta pattinatrice di fama internazionale e tra i pochi sanitari con specifica esperienza sull’argomento, maturata come borsista di ricerca”.
Il percorso prevede, per le pazienti operate al seno, per le quali si ravvisi la necessità di un percorso riabilitativo, una valutazione non invasiva su più livelli. Mediante l’utilizzo di sensori inerziali, si valuta con estrema precisione l’ampiezza di movimento della spalla espressa in gradi e la velocità angolare che la paziente riesce a raggiungere nei vari movimenti (abduzione del braccio, adduzione, rotazione). Successivamente, con l’elettromiografia di superficie, si valuta la fluidità del movimento (indice di Jerk), e il contributo percentuale di ciascun muscolo indagato al movimento studiato, ovvero il “prezzo” che la paziente paga in termini muscolari per raggiungere determinati angoli di movimento. Un’ultima valutazione prevede poi la valutazione di un eventuale calo di massa e di forza muscolare, la cosiddetta sarcopenia, spesso collegata alle cure oncologiche. Si utilizza una bilancia impedenziometrica (in grado di quantificare la massa muscolare della paziente, la massa grassa, i fluidi intra ed extracellulari) e uno strumento chiamato «hand grip» che misura la forza dei muscoli dell’avambraccio; inoltre, si esegue una valutazione ecografica dell’inclinazione delle fibre del muscolo vasto laterale della coscia, al fine di ottenere informazioni non solo sulla quantità dei muscoli della paziente ma anche sulla loro qualità. Infine, in caso di dolore che limita il corretto percorso riabilitativo, la paziente viene seguita dal terapista del dolore, mediante tecniche di neuromodulazione nervosa periferica, cercando quanto più possibile di limitare il ricorso ai farmaci oppiacei.
Tutto questo consente di costruire uno specifico profilo osteoarticolare e muscolare come guida per impostare una corretta fisioterapia e, se necessario, un opportuno programma di potenziamento muscolare, ma soprattutto un monitoraggio periodico con precisi indici numerici dei progressi della paziente. Il lavoro congiunto della dottoressa Bongiorno e del dottor Miceli utilizza quindi tecnologie impiegate fino ad ora per lo più nell’ambito della ricerca, che oggi trovano un risvolto pratico in una realtà in cui la metà circa degli utenti proviene da fuori regione, per cui è importante offrire loro degli strumenti di valutazione, una sorta di “fascicolo personale riabilitativo”, che possano portare ai loro fisioterapisti, ovunque essi siano. Non da ultimo, la ricerca, in linea con la missione di un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico: infatti, tramite il monitoraggio dei progressi nelle donne che si verificherà in occasione delle visite di controllo, il progetto consentirà di misurare l’efficacia dell’approccio personalizzato nella riabilitazione.
Chi sono
Giulia Bongiorno
Fisioterapista, Friuli Riabilitazione
Roveredo in Piano (PN)
Luca Miceli
Responsabile Medicina del Dolore Clinica e Sperimentale
IRCCS CRO di Aviano (PN)
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