Settimana delle vaccinazioni 2017: “I vaccini? Funzionano!”. In Italia debellate poliomelite e difterite. E per la rosolia riduzione del 99%

27 Apr 2017

E ancora, si è registrata una riduzione della pertosse del 97,6%, del morbillo del 96% e dell’epatite B dell’86%. Questi i dati ottenuti dal confronto tra la media annuale dei casi in epoca pre e post vaccinale in Italia nel corso degli anni, rilanciati oggi dal Ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità in occasione della settimana delle vaccinazioni che si svolge dal 24 al 30 aprile in tutto il mondo sotto l’egida dell’Oms.

“I vaccini? funzionano! Proteggono la salute in ogni fase della vita”. È questo lo slogan, e filo conduttore, dell’edizione 2017 della Settimana delle vaccinazioni che si svolge dal 24 al 30 aprile in tutto il mondo sotto iniziativa dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). La World Immunization Week (WIW), che in Europa prende il nome di European Immunization Week (EIW), mira a sensibilizzare la popolazione e i decisori sull’importanza delle vaccinazioni in tutte le fasi della vita.

In occasione della EIW l’Istituto superiore di sanità ha proposto la traduzione in italiano di nuovi materiali di comunicazione prodotti dall’Oms Europa: due poster, un banner e un kit per la comunicazione che possono essere utilizzati, in diversi contesti, per promuovere e sostenere le vaccinazioni.
L’evidenza dei dati
La vaccinazione protegge da malattie gravi e rappresenta uno degli interventi più efficaci e sicuri in sanità pubblica. Grazie alla vaccinazione, l’incidenza di molte gravi malattie nel mondo è drasticamente diminuita e sono stati evitati miliardi di complicanze e decessi. Questa diminuzione è andata di pari passo con l’aumento generale delle coperture vaccinali tra la popolazione ma se non vengono mantenute coperture vaccinali ottimali, alcune malattie eliminate o diventate rare (come la polio o la difterite) potrebbero rapidamente riapparire, perché gli agenti infettivi che le causano continuano a circolare in altre parti del mondo. Oltre alla riduzione della mortalità e della morbilità correlate alle malattie infettive evitate, l’efficacia della vaccinazione è evidente anche in termini di riduzione della spesa sanitaria.

Un confronto tra media annuale dei casi in epoca pre e post vaccinale permette di osservare la riduzione (in percentuale) dei casi di malattie prevenibili da vaccino che si è registrata in Italia nel corso del tempo (vedi Tabella). Dai dati emerge chiaramente che grazie alla diffusione delle vaccinazioni si è registrato un importante calo del numero dei casi per tutte le malattie elencate (da un minimo di una riduzione dell’86% per l’epatite B a un massimo del 100% per polio e difterite).

Tabella: Riduzione percentuale dei casi di alcune malattie prevenibili da vaccino rispetto all’epoca pre-vaccinale in Italia (Fonte dati: Istat; Ministero della Salute)

Poliomielite
In Italia, prima dell’avvio della vaccinazione di massa per la poliomielite avvenuta nel 1964, ogni anno venivano segnalati oltre 1000 casi di poliomielite paralitica, con un picco di 8300 casi nel 1958. A partire dalla metà degli anni Sessanta, l’incidenza della malattia si è drasticamente ridotta e l’ultimo caso di poliomielite paralitica acquisita in Italia si è verificato nel 1983.

Difterite
Prima della vaccinazione estesa, la difterite era una malattia frequente: dall’inizio del Novecento agli anni Quaranta venivano segnalati tra i bambini circa 20.000-30.000 casi ogni anno, e circa 1.500 decessi. A partire da metà degli anni Cinquanta, l’uso su larga scala della vaccinazione ha consentito una rapida diminuzione del numero di casi e la difterite è ormai scomparsa in Italia.

Tetano
Il numero di casi di tetano in Italia è drasticamente diminuito a partire dall’introduzione della vaccinazione obbligatoria nei bambini all’inizio degli anni Sessanta. Si è passati da oltre 700 casi annuali segnalati alla fine degli anni Cinquanta a una media di 200 casi ogni anno nel periodo 1971-1989. Dal 1990, vengono segnalati circa 60 casi per anno. L’ultimo caso di tetano neonatale è stato notificato nel 1979.

Epatite B
Negli ultimi decenni vi è stata un’importante e costante riduzione dell’incidenza di casi di epatite B. Il più drastico decremento è avvenuto a partire dal 1991 in seguito all’introduzione della vaccinazione universale obbligatoria per tutti i nuovi nati e per i dodicenni. La diminuzione di incidenza ha interessato in particolar modo i soggetti d’età 15-24 anni, (verosimilmente grazie alla vaccinazione nei dodicenni).

Morbillo
Negli anni Sessanta, prima dell’introduzione in commercio del vaccino (disponibile dal 1976 e raccomandato dal ministero della Sanità in Italia dal 1979), il numero medio di casi di morbillo per anno era di circa 74.000. Fino alla fine degli anni Ottanta, la percentuale di bambini vaccinati contro il morbillo non ha mai superato il 21%. Nel 1989 la copertura stimata è stata del 41% e da allora è lentamente aumentata e sono progressivamente diminuiti anche i casi segnalati. Nel 2003 è stato approvato il primo Piano di eliminazione del morbillo; tuttavia, visto che non sono state mai raggiunte coperture vaccinali sufficienti a interrompere la trasmissione dell’infezione (≥95%) la malattia rimane endemica e si continuano a verificare periodiche epidemie. L’ultimo anno epidemico è stato il 2013, con circa 2300 casi notificati. Nei primi mesi del 2017 si sta assistendo a una nuova epidemia con più di 1400 casi segnalati nei primi quattro mesi dell’anno.

Rosolia
Il vaccino anti-rosolia è disponibile dal 1972. Inizialmente la vaccinazione era raccomandata solo per le ragazze in età pre-pubere ma a partire degli anni Novanta, con l’introduzione dei vaccini combinati morbillo-parotite-rosolia (Mpr), si è passato a raccomandarla anche per tutti i bambini nel secondo anno di vita. L’offerta della vaccinazione anti rosolia, sia alle pre-adolescenti che ai nuovi nati, è stata comunque estremamente varia tra le diverse Regioni fino alla fine degli anni Novanta. A partire dalla fine degli anni Novanta si è assistito a una diminuzione dei casi segnalati (in media). L’ultimo anno epidemico è stato il 2008, con oltre 6000 casi.

Pertosse
Secondo le notifiche, il numero di casi di pertosse segnalati nel nostro Paese è diminuito dagli anni Sessanta agli anni Settanta, passando da 21.000 a 12.000 casi notificati in media per anno. Durante gli anni Novanta, con l’aumento della copertura vaccinale, si è assistito a un’ulteriore progressiva diminuzione dell’incidenza. Negli ultimi anni vengono segnalati mediamente circa 500 casi all’anno.

Infine, un capitolo a parte viene dedicato agli operatori sanitari. Vaccinandosi,gli operatori sanitari proteggono sé stessi e i propri pazienti dalle malattie prevenibili da vaccino. Gli operatori sanitari sono particolarmente a rischio di contrarre malattie contagiose e di trasmetterle ai propri pazienti.
L’Oms raccomanda loro di:
• essere completamente vaccinati contro il morbillo, la rosolia e la poliomielite;
• vaccinarsi ogni anno contro l’influenzale stagionale;
• fare una dose di richiamo del vaccino contro la difterite ogni 10 anni;
• vaccinarsi contro l’epatite B e il meningococco, se a rischio di esposizione.

Inoltre, vaccinandosi gli operatori sanitari danno il giusto esempio ai propri pazienti, mostrando loro l’importanza della vaccinazione.

Da QS

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