Partendo dai risultati di un trial clinico randomizzato sull’uso del tamoxifene, alcuni ricercatori dell’Università di San Francisco ha valutato l’accuratezza di un test che comprende 70 geni per identificare le donne a basso rischio di recidiva in un arco temporale di 20 anni. Lo studio è stato condotto su un campione di 652 donne
(Reuters Health) – Un test multigenico sarebbe in grado di individuare le donne a rischio bassissimo di incorrere in una recidiva del tumore del seno a 20 anni, consentendo così di ridurre i controlli su questo gruppo di pazienti. È quanto emerge da uno studio coordinato da Laura Esserman, dell’Università della California di San Francisco. I risultati sono stati pubblicati da JAMA Oncology.
Lo studio
La ricerca è partita da una seconda analisi dei risultati di un trial clinico randomizzato sull’utilizzo del tamoxifene in donne in post-menopausa con tumori al seno con linfonodo sentinella negativo. L’obiettivo era quello di valutare l’accuratezza del punteggio che misura il rischio di recidiva a partire dal risultato delMammaPrint, un test su 70 geni per l’identificazione delle donne a bassissimo rischio di recidiva entro 20 anni. Le partecipanti allo studio sono state trattate con mastectomia o con lumptectomia, una tecnica di rimozione del tumore più conservativa, in associazione a terapia radiante, tra il 1976 e il 1990. Dopo due anni di terapia con o senza tamoxifene, indipendentemente dallo stato ormonale, le donne che non avevano subito ricadute sono state ulteriormente randomizzate a tre anni di trattamento, sempre con o senza il sostitutivo ormonale.
I risultati
Tra le 652 donne con età media 63 anni, per le quali era disponibile il punteggio MammaPrint, valutato su un pezzo di tessuto tumorale primario asportato, il 42% era ad alto rischio e il 58% era a basso rischio, incluso un 15% a rischio giudicato bassissimo. A 20 anni, rispetto alle donne a rischio alto e basso, le pazienti con rischio bassissimo avevano un rischio significativamente inferiore di morire di tumore del sano, rispettivamente di 4,73 e 4,54 volte. Inoltre, nel gruppo trattato con tamoxifene a rischio bassissimo non ci sarebbero stati decessi a 15 anni e queste pazienti avrebbero avuto un tasso di sopravvivenza specifica a 20 anni del 97%. Mentre tre le donne non trattate, il tasso di sopravvivenza sarebbe stato del 94%.
Fonte: JAMA Oncology
Marilynn Larkin