La terza sezione del Consiglio di Stato, con la sentenza 4546 del 29 settembre 2017, ha accolto l’appello presentato da una azienda farmaceutica, annullando le raccomandazioni della Regione Veneto che limitavano l’utilizzo di alcuni farmaci oncologici regolarmente autorizzati da EMA e rimborsati da AIFA per la cura del carcinoma ovarico in prima linea e di quello mammario, e rientranti nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).
Il Consiglio di Stato ha stabilito “l’illegittimità delle raccomandazioni” elaborate dalla Regione poiché limitano “la libertà prescrittiva del medico con evidente lesione anche dei diritti dei pazienti, discriminati in funzione della zona di residenza rispetto alla fruizione di terapie rientranti nei LEA”.
La sentenza richiama il principio per cui le Regioni non possono limitare i LEA, nemmeno raccomandando ai medici l’utilizzo di alcuni farmaci rispetto ad altri valutati come meno convenienti nel rapporto costo/benefici. I LEA devono infatti essere uniformi sul territorio nazionale per l’essenziale garanzia del diritto alla salute, come sancito dall’art. 32 della Costituzione e le Regioni non hanno né la competenza né il potere di entrare nel merito delle scelte terapeutiche dei medici prescrittori.
La sentenza ribadisce che le valutazioni circa l’analisi tecnica, l’appropriatezza, la prescrivibilità e la rimborsabilità dei medicinali spettano esclusivamente ad AIFA.
Una sentenza importante per le donne, che ribadisce come la sfida della sostenibilità economica e politica del sistema sanitario e del modello di assistenza non debba prescindere dalla salvaguardia del diritto alla salute e dell’autonomia decisionale del medico.