Come capirlo e cosa fare? Secondo gli specialisti è proprio quella tra i 16 e i 18 anni la fascia più a rischio. Tutti gli interrogativi dopo la vicenda di Noa, la diciassettenne che si è lasciata morire
Noa ha voluto morire, a 17 anni. Tutt’altro che un’eutanasia. Piuttosto una discesa negli inferi di un dolore irriducibile. Pagine girate in fretta quelle di giornale con la fotografia della ragazza olandese. Magari con un senso di colpa sottotraccia. Difficile da reggere il suo sguardo. Contro natura accettare ciò che più contro natura non potrebbe essere: la vita che si nega nel momento del suo pieno sbocciare a se stessa. «Eppure, purtroppo, fra i giovani proprio la fascia di età fra i 16 e i 18 anni è quella in cui si verificano più spesso gesti di autolesionismo, che nei casi più estremi arrivano al suicidio» commenta Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze dell’ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano. «In parte ciò è dovuto al fatto che in questo periodo della vita sono più facili gesti dettati da impulsività».
Leggi l’intervista sul sito del Corriere della Sera