Ci risiamo: con la complicità della stampa, un altro assassino cerca di ripararsi sotto l’ombrello del raptus per giustificare un delitto eseguito, invece, con lucida premeditazione e curato nei dettagli. Lui, si chiama Massimo Sebastiani e la sua vittima, il suo agnello sacrificale è la povera Elisa Pomarelli trovata morta in un fossato. Ripeschiamo, dunque dal Corriere della Sera un’intervista che si adatta perfettamente all’ennesimo, vecchio, insopportabile copione del femminicidio. L’intervista al dott. Claudio Mencacci ex presidente della Società Italiana di Psichiatria e direttore del Dipartimento di Neuroscienze del Fatebenefratelli di Milano.
“Ancora una volta – dice Mencacci – spunta il “raptus”. Succede spesso. Troppo spesso. E non si considera mai che, guarda caso, quella violenza colpisce sempre le persone indifese e quindi le più esposte. Lei ha mai sentito dire di qualcuno colto da raptus che aggredisce un uomo grande e grosso? Noi, in psichiatria, tendiamo ad escludere l’esistenza del raptus”.
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