Le protesi al seno sono davvero sicure? Quali potrebbero essere gli effetti collaterali? Ne parliamo con la Dott.ssa Veronica Zuber, Chirurgo presso l’unità funzionale di Senologia dell’IRCSS San Raffaele di Milano.
A seguito dello scandalo sulle protesi “difettose” al seno, quali sono i criteri per realizzarle con silicone conforme alle leggi?
Fino agli anni ’80 la produzione e l’utilizzo di protesi mammaria non era regolamentata da leggi specifiche. Da allora negli Stati Uniti e successivamente in Europa si è resa indispensabile l’introduzione di una normativa specifica su tale argomento.
In Italia, in particolare, il decreto legislativo del 1997 in base all’attuazione della Direttiva comunitaria ha modificato profondamente le regole esistenti in ambito nazionale. Lo scopo principale della direttiva è stato quello di legare i fabbricanti a standard di produzione decisi a livello europeo rendendo indispensabili la registrazione dei prodotti e molto più sicure le procedure di controllo e di vigilanza sia sulla qualità del prodotto sia sull’eventuale comparsa di complicazioni e danni all’operatore o al paziente successivi all’introduzione del prodotto nel mercato. Dal 1963 ad oggi la costituzione di base delle protesi mammarie è rimasta quasi invariata dal punto di vista concettuale: un involucro di elastomero di silicone racchiudente un contenuto di natura variabile. In Europa e in assoluto nel mondo il contenuto più largamente utilizzato è stato il silicone.
Nel corso degli anni sono stati sperimentati e commercializzati diversi materiali di riempimento ma l’involucro è rimasto sempre di elastomero di silicone.
Anch’esso è andato incontro a modifiche importanti dal punto di vista chimico-fisico e sono notevolmente migliorate le caratteristiche di sicurezza. Il rivestimento al poliuretano, introdotto nel 1968 ha dimostrato di ridurre drasticamente l’incidenza di contrattura capsulare e rimane tuttora un’alternativa al rivestimento in silicone.
Quali sono i rischi per la salute?
I dati scientifici attualmente disponibili escludono gravi effetti collaterali sulla salute provocati dagli impianti mammari al silicone o con ogni altro tipo di riempimento. In particolare le protesi al silicone non aumentano il rischio di cancro.
Bisogna sottoporsi a controlli periodici per monitorare l’impianto?
Non è necessario sottoporsi a controlli periodici per monitorare gli impianti protesici. Si consiglia alle donne di eseguire i normali controlli senologici periodici per la prevenzione del tumore della mammella. L’inserimento di protesi non “disturba” l’esecuzione di esami quali la mammografia e l’ecografia. L’alterazione della protesi è generalmente avvertita facilmente dalla paziente che ne vede cambiare la forma, la consistenza o la sua posizione. In tal caso lo stato della protesi potrà essere valutato con la visita clinica, l’ecografia mammaria ed eventualmente con un esame più specialistico quale la risonanza magnetica.
Quali sono le tipologie di intervento per realizzare la protesi?
Le protesi mammaria possono essere utilizzate per interventi di chirurgia plastica estetica (mastoplastica additiva) o per chirurgia plastica ricostruttiva per donne con tumore alla mammella sottoposte a mastectomia.
Nella mastoplastica additiva la protesi può essere posizionata sotto il muscolo oppure al di sotto della ghiandola mammaria. La scelta solitamente è del chirurgo plastico in base alle caratteristiche e al tipo di richiesta della paziente.
L’accesso chirurgico per il posizionamento della protesi può essere periareolare, sul solco mammario o ascellare.
Nella chirurgia ricostruttiva la protesi viene sempre posizionata al di sotto del muscolo grande pettorale. Tale intervento permette alla donna sottoposta ad intervento demolitivo quale la mastectomia di poter riprendere una vita normale e non sentirsi privata della sua “femminilità”. Le protesi possono essere di tipo temporaneo (espansori) o definitive.
Ad ogni donna sottoposta a mastectomia deve poter essere proposto al giorno d’oggi di eseguire una ricostruzione immediata, ovvero il posizionamento di una protesi mammaria sottomuscolare durante lo stesso intervento demolitivo.
Quale potrebbe essere l’impatto psico-fisico a seguito di questa operazione?
Questi tipi di intervento generalmente riscontrano un buon grado di soddisfazione da parte delle pazienti. Come tutti gli interventi chirurgici anch’essi possono essere gravati da complicanze locali e da un risultato estetico quindi non soddisfacente.
Le complicazioni locali più frequenti sono l’infezione, la contrattura capsulare (si forma una capsula intorno alla protesi che la rende dura e poco “naturale”) e la rottura degli impianti. Anche in questi casi la paziente non è a rischio di vita ma necessita di reintervento per risolvere le complicanze.