Il fibroma uterino rappresenta uno dei problemi ginecologici più diffusi nella popolazione femminile in età fertile, in particolare dopo i 40 anni.
Si tratta di un tumore benigno delle cellule muscolari lisce dell’utero (anche indicato come mioma o leiomioma) che si presenta come massa nodulare di dimensioni variabili, da pochi millimetri a diversi centimetri. Le cause non sono ancora del tutto chiare, ma si ipotizza un intervento di più fattori, in particolare ormonali e genetici. Anche se si tratta di un disturbo molto diffuso, la degenerazione maligna è un’evenienza rarissima, stimata nello 0.2% dei casi.
In circa la metà dei casi rappresentano un reperto ecografico occasionale, riscontrato nell’ambito di un controllo ginecologico di routine, e decorrono in modo asintomatico.
Nella restante parte dei casi, i fibromi risultano sintomatici e la manifestazione caratteristica, che può tradursi in effetti anche altamente invalidanti, è l’alterazione del ciclo mestruale associata a sanguinamenti abbondanti e prolungati. Nella storia clinica della paziente sono fattori determinanti il numero, il volume e – soprattutto – la sede dei fibromi.