Fibromi uterini

Il fibroma uterino rappresenta uno dei problemi ginecologici più diffusi nella popolazione femminile in età fertile, in particolare dopo i 40 anni.

Si tratta di un tumore benigno delle cellule muscolari lisce dell’utero (anche indicato come mioma o leiomioma) che si presenta come massa nodulare di dimensioni variabili, da pochi millimetri a diversi centimetri.  Le cause non sono ancora del tutto chiare, ma si ipotizza un intervento di più fattori, in particolare ormonali e genetici. Anche se si tratta di un disturbo molto diffuso, la degenerazione maligna è un’evenienza rarissima, stimata nello 0.2% dei casi.

In circa la metà dei casi rappresentano un reperto ecografico occasionale, riscontrato nell’ambito di un controllo ginecologico di routine, e decorrono in modo asintomatico.

Nella restante parte dei casi, i fibromi risultano sintomatici e la manifestazione caratteristica, che può tradursi in effetti anche altamente invalidanti, è l’alterazione del ciclo mestruale associata a sanguinamenti abbondanti e prolungati.  Nella storia clinica della paziente sono fattori determinanti il numero, il volume e – soprattutto – la sede dei fibromi.

Approfondimenti

Quando presenti, i sintomi possono essere di gravità variabile, a seconda del numero, delle dimensioni e della sede dei fibromi.

La manifestazione più comune è l’alterazione del ciclo mestruale con cicli più prolungati, più ravvicinati, associati a importanti perdite di sangue. Si possono verificare perdite ematiche anche tra un ciclo e l’altro (spotting).

Il sanguinamento può portare ad un quadro di anemia (da carenza di ferro), caratterizzato da pallore, profonda stanchezza, difficoltà di concentrazione, tachicardia, difficoltà respiratorie sotto sforzo, scarso appetito.

Altro sintomo è il dolore che può essere:

  • ricorrente, associato ai cicli mestruali (“dismenorrea”);
  • acuto, spia di complicanze (es. torsione del peduncolo, necrosi del fibroma);
  • cronico/senso di “peso” in sede pelvica (tipico di fibromi voluminosi);
  • associato alla penetrazione profonda durante i rapporti sessuali (“dispareunia”).

Nel caso di fibromi di grosse dimensioni, possono manifestarsi sintomi da compressione degli organi circostanti, quali vescica (minzione frequente anche di notte, incontinenza urinaria) e retto (stitichezza).

Questa patologia può risultare altamente invalidante. Studi condotti in merito evidenziano come possa indurre cambiamenti nella quotidianità e nello stile di vita delle pazienti, interessando tutti gli aspetti: affettività e sessualità, progettualità familiare, percorso di studio e performance lavorativa, tempo libero (vita sociale, sport …).

Al di là del grave disagio associato a flussi mestruali emorragici – che costringono la donna ad adottare particolari strategie per la paura di trovarsi in situazioni imbarazzanti (scelta dell’abbigliamento, uso di assorbenti ingombranti, astensione dallo sport, cancellazione di impegni professionali e personali …) – e dolorosi,  lo stato di anemia indotto dalle perdite di sangue abbondanti e prolungate nel tempo può essere responsabile dell’esaurimento dell’energia vitale e impattare sulla salute mentale con l’insorgenza di disturbi depressivi.

Solo in una minoranza dei casi i fibromi possono interferire con la fertilità, quando le dimensioni e la sede sono tali da rappresentare un ostacolo al concepimento.

Durante la gravidanza i fibromi crescono per effetto della produzione ormonale, ma in genere non danno problemi; alcuni studi evidenziano un incremento di complicanze ostetriche (aborto spontaneo, parto pre-termine e problemi placentari), ma i dati attualmente disponibili non sono concordi. Sicuramente, invece, è più alta la percentuale di parti chirurgici mediante taglio cesareo nelle donne con fibromi, in particolare se precedentemente sottoposte a terapia chirurgica.

In menopausa i fibromi tendono spontaneamente a ridurre le proprie dimensioni quale conseguenza dell’assenza di stimolazione ormonale. Rispetto all’età fertile, la sintomatologia si modifica poiché il deficit di estrogeni tende a far scomparire il sanguinamento uterino. In alcuni casi i fibromi possono comunque essere responsabili di emorragie e in tale eventualità è sempre opportuno effettuare un approfondimento diagnostico per escludere altre cause. Nel caso di fibromi plurimi e/o di grosse dimensioni, alcuni sintomi – come gonfiore, senso di pesantezza, disturbi da compressione della vescica o del retto – possono persistere. La fibromatosi non rappresenta una controindicazione alla terapia ormonale sostitutiva che deve essere prescritta in modo personalizzato in considerazione delle specifiche condizioni cliniche della donna.

Ad oggi non esiste una rete nazionale di centri di riferimento e non è ancora stato strutturato un percorso diagnostico-terapeutico.

Fondamentale è affidarsi a specialisti esperti per un corretto inquadramento della problematica e per la definizione dell’intervento terapeutico più opportuno nello specifico caso (personalizzazione della terapia).

I fibromi asintomatici non richiedono alcun intervento specifico: è sufficiente una condotta di sorveglianza, come consigliata di routine a tutte le donne con visita ginecologica annuale associata ad ecografia pelvica transvaginale. 

Solo il fibroma “sintomatico” richiede un intervento che deve essere sempre di tipo medico in prima istanza, riservando quello chirurgico a casi specifici. La chirurgia, infatti, è indicata, solo dopo il fallimento della terapia medica, in presenza di fibromi di dimensioni eccessive o in previsione di una gravidanza quando i fibromi, per numero e sede, possono interferire con la fertilità.

Nel tempo, l’approccio alla patologia e la gestione terapeutica sono cambiati, anche grazie all’introduzione di nuovi farmaci efficaci nel controllare i sanguinamenti e nel ridurre le dimensioni delle formazioni fibromatose, consentendo così di evitare la chirurgia o comunque di ricorrere ad interventi meno invasivi.

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