Aborto. Lorenzin risponde al Consiglio d’Europa: “Negli ultimi 30 anni si sono più che dimezzati a parità di medici obiettori”

9 Mag 2016

Le interruzioni volontarie di gravidanza nel 1983 erano pari a 233.976, mentre nel 2014 sono scese sotto a 97.535. “In 30 anni, quindi, le ivg sono calate di 131.216 unità, mentre i non obiettori sono scesi di sole 117 unità”. Lo ha dichiarato il ministro della Salute in un’informativa alla Camera in merito all’attuazione della Legge 194, alla luce della recente pronuncia del Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa.

Le interruzioni volontarie di gravidanza in Italia “nel 1983 erano pari a 233.976; nel 2013 sono più che dimezzate (102.760) e nel 2014 sono scese sotto a 97.535. A questo dato corrisponde un valore sostanzialmente costante dei ginecologi non obiettori: 1607 nel 1983 e 1490 nel 2013. In 30 anni, quindi, le Ivg sono calate di 131.216 unità, mentre i non obiettori sono scesi di sole 117 unità”. Lo ha affermato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in un’informativa alla Camera in merito all’attuazione della Legge 194 sull’Ivg, alla luce della recente pronuncia del Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa che ha rilevato difficoltà di accesso all’ivg per le donne italiane.

“La conseguenza – ha sottolineato il ministro – è che, in questi trent’anni, c’è stato un dimezzamento del numero di IVG settimanali, a livello nazionale, a carico dei ginecologi non obiettori, che nel 1983 effettuavano 3,3 Ivg a testa a settimana, mentre ne effettuano 1,6 nel 2013. Mi chiedo, pertanto – ha affermato – perché si denunci, solo oggi, un presunto eccesso di obiettori di coscienza, e analoga denuncia non sia stata fatta negli anni precedenti, quando il carico di lavoro settimanale per ciascun ginecologo non obiettore era più del doppio”. Dalle Regioni, inoltre, ha aggiunto, “non è giunta alcuna segnalazione di carenza di medici non obiettoi” e “il numero dei punti ivg appare più che adeguato rispetto al numero delle ivg effettuate”.

Lorenzin ha anche precisato che “il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, contrariamente a quanto affermato da più parti, non si è ancora pronunciato sulla questione in maniera definitiva”. Riferendosi quindi alle strutture ospedaliere, Lorenzin ha sottolineato che la legge 194 “non prevede interventi di ivg in tutte le strutture ospedaliere: garantire l’intervento sanitario di ivg non significa che lo stesso debba essere effettuato in tutte le strutture. Nel Ssn non tutte le prestazioni sanitarie sono infatti disponibili in ogni struttura sanitaria. Allo stesso modo, la legge 194 non impone che tutti gli ospedali abbiano un reparto di ostetricia e ginecologia che offra ivg”.

Ogni regione, ha rilevato, “ha autonomia organizzativa”. Inoltre, ha aggiunto il ministro, “è evidente che non è possibile reclutare personale sanitario con contratti a tempo indeterminato chiedendo fra i requisiti l’essere non obiettore”.

Quanto ai casi di ivg rilevati nell’ultima Relazione al Parlamento sull’attuazione delle legge 194, ha ricordato, “nel 2014, il numero di ivg è stato, per la prima volta, inferiore alle 100.000 unità. Sono state notificate dalle Regioni 97.535 ivg, con un decremento del 5.1% rispetto al dato definitivo del 2013 (105.760 casi), più che dimezzate rispetto alle 234.801 del 1982, anno in cui si è riscontrato il valore più alto in Italia”. Quindi, ha commentato il ministro “ciò significa che la legge ha funzionato”.

Da QS

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