Genetica, alimentazione, motilità intestinale, stati psico-emotivi e stress: un cocktail di fattori può contribuire allo sviluppo dell’acne. Ne abbiamo parlato con la Dottoressa Silvia Pinelli, dell’Istituto Dermatologico Europeo di Milano
Dottoressa Pinelli, che cos’è l’acne?
L’acne è una infiammazione cutanea che coinvolge i follicoli piliferi e le ghiandole sebacee annesse. Inizia con dei semplici comedoni, meglio noti come punti neri, che si trasformano in seguito in papule e pustole. Si tratta di uno dei disturbi cutanei più diffusi, specie tra i giovani a partire dai 12-13 anni, ma può presentarsi anche in età più adulta, dunque dai 30 anni in avanti.
Da che cosa dipende la formazione dell’acne?
Una delle cause principali è l’eccesso di sebo prodotto dalle ghiandole deputate, accanto ad una tendenza all’ispessimento della pelle. L’età puberale e la menopausa sono i due momenti maggiormente favoriti da questa produzione poiché nell’organismo si verificano importanti modificazioni ormonali generate nel primo caso da un aumento degli androgeni, ossia degli ormoni maschili che anche se in quantità limitate hanno anche le donne nella pubertà, e nel secondo caso dall’aumento del progesterone. Sono persone particolarmente sensibile a questi tipi di ormoni a sviluppare questa dermatosi che in molti casi tende a scomparire da sola dopo un certo numero di anni, ma che rischia di segnare la pelle con profonde cicatrici se non curata adeguatamente.
Ci sono alcuni fattori predisponenti?
Sì. Tra i principali fattori vanno riconosciuti quelli genetici, vale a dire che una pelle particolarmente grassa può essere ereditata, sebbene essa non abbia una diretta correlazione con lo sviluppo di acne o con il fatto che i figli di genitori con acne possano soffrire a loro volta di questo disturbo. Un secondo elemento è l’eccessiva produzione ormonale che può riscontrarsi sia a livello cutaneo che nel sangue. Non sono da escludere neppure i fattori dietetici: l’ingestione eccessiva di grassi, dolciumi, carboidrati, alcolici, latticini, che agiscono direttamente sulle ghiandole sebacee, sembrano accentuare, più che causare, l’acne. Anche fattori intestinali possono in qualche modo condizionarne lo sviluppo. Ma più che influenzare gli ormoni, la pigrizia intestinale causa una mancata eliminazione delle tossine che si accumulano a vari livelli nell’organismo, in particolare nella pelle, diminuendo così l’efficacia del ‘mantello cutaneo’ prodotto dalle ghiandole sebacee e dalle ghiandole sudoripare. Non è un caso che in contesti di acne lieve, la correzione del disturbo intestinale porti ad un sensibile miglioramento della dermatosi.
Fattori psicologici ed emotivi possono incidere sul disturbo acneico?
Certamente, anche lo stress – sia esso fisico od emotivo – ha il suo ruolo, infatti in periodi di maggior tensione, come per esempio quando si è sotto esame e si verifica un aumento della produzione di ormoni, l’acne tende ad aumentare. Non sono neanche da trascurare i fattori psicosomatici: impallidire di paura, arrossire d’imbarazzo, essere verdi di rabbia, avere i nervi a fior di pelle, farsi il callo non sono soltanto alcuni modi di dire che si usano per indicare la corrispondenza tra pelle ed emozioni, ma possono avere correlazione con l’acne. Esiste infatti una scuola di pensiero che ne riconduce lo sviluppo ad un conflitto profondo tra il desiderio d’amore e la paura di esserne privati che in gran parte deriverebbe dal rapporto madre-figlio nei primi anni di vita, durante i quali il contatto epidermico ha grande importanza, ed una seconda che considera l’acne come un fuoco che si disegna sulla pelle in un particolare momento della vita, la pubertà, durante il quale prorompe, sia attraverso gli ormoni che attraverso fantasie ed immagini, il mondo della sessualità. Spesso è possibile osservare, nei giovani affetti da acne, una personalità caratterizzata da un notevole candore, contrastata però da un atteggiamento eccessivamente adulto, maturo, spesso legato al bisogno di apparire sicuri di sé, indipendenti, già autosufficienti.
Oltre a cicatrici cutanee nelle forme più serie, possono sussistere altri tipi di implicazioni?
Accanto alla complicazione estetica della cicatrice, va data rilevanza anche alla componente psicologica. Non dimentichiamo infatti che l’acne colpisce soprattutto in età giovanile, localizzandosi su zone del corpo maggiormente esposte, il viso e il collo, proprio in un momento della vita in cui l’apparire, il bell’aspetto sono più importanti di qualsiasi altra cosa. La presenza dell’acne che perdura può infatti arrivare ad innescare anche meccanismi di abbassamento del livello di autostima nei giovani. È facile dunque comprendere come, soprattutto in questa fascia di età, sia importante agire tempestivamente con terapie mirate.
Invece in una fascia più adulta, in una donna all’incirca trentenne ad esempio, quali problematiche può avere a monte?
Nelle donne adulte l’acne è meno insolita di quanto si possa pensare e a causarla più frequentemente sono i disturbi ormonali, quali l’ovaio policistico, che scatenano una eccessiva produzione di androgeni, soprattutto il progesterone, o una risposta anomala delle ghiandole sebacee che diventano iperattive.
Quali sono i sintomi e la manifestazioni più caratteristiche?
La fase iniziale dell’acne è caratterizzata dalla formazione dei cosiddetti punti neri (o comedoni) che sono dei veri e propri tappi di cellule o altre sostanze che occludono lo sbocco di uscita di una ghiandola sebacea. Il risultato è un rilievo cutaneo, dato appunto dal rigonfiamento sottostante, dovuto alla secrezione sebacea che non ha più possibilità di scaricarsi all’esterno. A questa fase, ne succede una infiammatoria (o pustolosa) in cui la cute si riempie di foruncolini gialli determinati da colonie di batteri della pelle che infettano le parti occluse dei dotti escretori sebacei. L’ultima, la terza e la più grave, è la nodulocistica, così denominata poiché si assiste alla formazione di espansioni molto dure delle pustole che lasciano inevitabili cicatrici. Un caso a parte è l’acne rosacea che può presentarsi in età adulta, soprattutto in chi è dedito al fumo e ad alcool e a volte all’inizio della menopausa. La differenza con l’acne giovanile sta nella manifestazione iniziale, cioè il volto presenta chiazze rosse con dilatazione dei vasi sanguigni superficiali, mentre gli sviluppi successivi possono essere i medesimi.
Quali sono i tipi di terapie consigliate?
A seconda dell’intensità e delle caratteristiche dell’acne si può ricorrere a una terapia locale con soluzioni a base di vitamina A, peraltro presente nel fegato, nei cavoli, negli spinaci e, come beta carotene, nelle verdure, oppure i retinoidi e il benzoile perossido che riducono la produzione di sebo e che esfoliano la cute eliminando il cosiddetto tappo. In alternativa, sono disponibili anche creme che agiscono contrastando l’influsso ormonale sulle ghiandole sebacee, da usarsi nella fase infiammatoria e controllo medico. Se lo stadio è più avanzato può essere indicata una terapia farmacologica sistemica con dose di antibiotici sia a uso locale che ingeriti, finalizzati a debellare la fase infiammatoria-pustolosa uniti a pillola anticoncezionale, che riduce considerevolmente la produzione ormonale. Mentre per la fase nodulocistca si utilizzano diversi antibiotici o un particolare tipo di Vitamina A per bocca, molto potenti anche per la serie di possibili effetti collaterali, da assumersi esclusivamente sotto stretto controllo medico. Infine la terapia chirurgica, in particolare l’utilizzo del laser a cui si ricorre in esiti cicatriziali per ridurre le infiammazioni e per migliorare le cicatrici, o la dermoabrasione, nella quale si raschia lo strato superficiale della pelle per eliminare le cicatrici.
Qual è il momento più opportuno per recarsi dal medico?
In tutti i casi in cui sono presenti numerosi brufoli sarebbe opportuno consultare uno specialista, soprattutto per valutare se la componente ormonale intervenga decisamente nella genesi dell’acne, e quali siano le terapie più indicate. Ad esempio nelle fasi iniziali, nelle momentanee remissioni, nell’acne rosacea ed in quella circoscritta a parti del volto possono essere di grande aiuto le medicine alternative per la loro intrinseca caratteristica di non somministrare sostanze chimiche e di aiutare il riequilibrio del corpo in generale.
Ci può indicare qualche buona regola da seguire in presenza di stati acneici?
Per prima cosa mai schiacciare brufoli e punti neri poiché, invece di risolvere il problema, si correrebbe invece il rischio di espandere l’infezione ad altre parti della pelle. Occorre poi curare accuratamente l’igiene del viso lavandolo con acqua calda. Il calore, anche attraverso saune e suffumigi, aiuta infatti a liberare la pelle di parte del sebo in eccesso, evitando saponi sgrassanti poiché il sebo verrebbe prodotto per reazione in maggior quantità. Sono da privilegiare invece detergenti a pH acido. Potrebbero essere utili maschere di argilla, soprattutto nei momenti di remissione, specie l’argilla verde ventilata. È bene inoltre fare molta attenzione all’esposizione al sole perché se da un lato migliora l’acne, dall’altro può seccare la pelle inducendo le ghiandole sebacee per reazione a produrre più sebo. Un aiuto deriva anche dall’alimentazione: arricchire la propria alimentazione con vitamine del gruppo A, C ed E che nutrono e rinforzano la pelle e privilegiare cereali integrali, olio di oliva, yogurt, verdure e frutta fresche, e le proteine che derivano da pesce e carni magre è un toccasana per la pelle. Mentre il Fast Food fatto di hamburger, patatine, bevande zuccherate, e pasti irregolari gli sono nemici. Infine bere molta acqua non gassata che è sempre il modo migliore per idratare la pelle.
Francesca Morelli