Nell’ambito del progetto, nei mesi scorsi tutti cinquantenni residenti nell’Asl TO3 sono stati invitati per un incontro durante il quale sono stati analizzati i fattori di rischio cardiovascolari. Oltre 8.500 le persone coinvolte per un totale di 171 sedute ambulatoriali.
Lo screening per le malattie cardiovascolari della Asl TO3 arriva in Europa. I risultati del progetto “Cardio 50” sono stati infatti presentati in Lussemburgo ai Paesi europei che stanno per attuare un’iniziativa simile fra i quali i primi già pronti a partire sono la Croazia e la Slovenia.
Lo screening, dopo una prima “area test” realizzata nel comune di Avigliana, è stato attuato in tutto il territorio aziendale. Si è trattato di un’iniziativa molto impegnativa: dopo aver invitato nel 2017 alla visita gli 8.500 cinquantenni (età considerata significativa per lo screening e dunque presa come campione) la Asl ha dovuto organizzare 171 sedute ambulatoriali nelle 7 sedi individuate (Grugliasco, Pianezza, Orbassano, Oulx, Avigliana, Rivoli Susa e Pinerolo ), mobilitando per mesi ogni sabato mattina dalle ore 8.00 alle ore 14.00. ben 80 operatori sanitari in particolare infermieri.
Semplice e lineare anche se molto impegnativa l’organizzazione dello screening che è stata curata in modo integrato e sinergico da diverse strutture, in particolare da quelle del dipartimento di Prevenzione: i cinquantenni residenti nell’Asl TO3 sono stati invitati a presentarsi in uno degli ambulatori indicati ad un incontro durante il quale sono stati analizzati tutti i fattori di rischio implicati nelle malattie cardiovascolari: storia clinica , abitudini alimentari e di vita, e poi pressione arteriosa, glicemia, colesterolemia, calcolo dell’indice di massa corporea, circonferenza vita, tabagismo, attività fisica ecc.
L’adesione è stata su base volontaria: il 36% degli invitati si è presentato a visita e tutti coloro che hanno partecipato hanno dichiarato la loro soddisfazione e la disponibilità nel tempo a monitorare la propria situazione.
L’utilità dello screening è stata evidente fin dai primi riscontri: il 30% dei partecipanti è a rischio; i maschi, in particolare, sono risultati 4 volte più a rischio delle femmine.
Nel dettaglio, ecco alcuni dei dati emersi nella rilevazione.
La percentuale di fumatori osservata è del 24%, in linea con i dati regionali (sorveglianza PASSI 2014) e nazionali, e la percentuale dei fumatori è più alta nei maschi (51%) rispetto alle femmine (49%).
Nei cinquantenni presi in esame ben il 54% risulta in soprappeso e francamente obeso nel 17% dei casi ( di cui il 7% di grandi obesi); la percentuale di soggetti in soprappeso e obesi nell’ASL TO3 è decisamente superiore rispetto alla media regionale, circostanza che indica la necessità di rendere sempre più efficace l’intervento delle funzioni di riferimento interessate , che partono come sempre dal Medico di famiglia fino alle iniziative di informazione e promozione della salute.
La percentuale di cinquantenni iperglicemici, è pari al 9%, si attesta su valori comparabili con la media nazionale. È più alta nei maschi (66%) che nelle femmine (34%). La percentuale di soggetti ipercolesterolemici, pari al 21%, è invece più alta nelle femmine (57%) che nei maschi (43%). La percentuale di soggetti ipertesi, pari al 22%, si attesta su valori di poco superiori alle medie E’ più alta nei maschi (58%) che nelle femmine (42%).
La circonferenza addominale è un parametro molto utilizzato per valutare il rischio cardiovascolare. L’accumulo lipidico in sede viscerale rappresenta un fattore di rischio indipendente per le patologie cardiovascolari e per la mortalità in genere. Il 37% dei partecipanti presenta valori decisamente superiori a quelli di riferimento.
Dallo screening emerge che ben il 30 % dei cinquantenni ha un rischio decisamente incrementato dei quali un 5% è soggetto a livelli di rischio (infarto, ictus ecc.ecc.) decisamente elevati. Il rischio incrementato è presente nei maschi (20%) con valori quasi 4 volte superiori rispetto alle femmine (5,5%).
“Al di là del risultato scientifico di questa iniziativa, una prima ricaduta è certo quella di aver tenuta alta l’attenzione sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari”, ha affermato il direttore generale della Asl TO3 Flavio Boraso. “Riteniamo ben riposto lo sforzo compiuto dalla nostra Azienda nell’attuazione di questo screening; è determinante intervenire sulla prevenzione di patologie , in questo caso di tipo cardiovascolare, che più in generale con le malattie croniche sono responsabili della maggior parte della mortalità e della morbosità della popolazione adulta, oltre che di gran parte della spesa sanitaria.”
“Per contrastare queste malattie – ha aggiunto Boraso – occorre modificare nella popolazione i comportamenti a rischio per la salute. L’esperienza insegna che i consigli dati dal personale sanitario per l’adozione di stili di vita salutari raggiungono ancora troppo poco le persone in buona salute, mentre sono molto meglio recepiti quando indirizzati purtroppo alla cura di patologie già in atto. Ma, come sempre per rendere più efficaci gli sforzi occorre migliorare in modo diretto la conoscenza dello stato di salute della popolazione, e sensibilizzare direttamente le persone che sono poi gli obiettivi di screening come quello cardiovascolare”.