Sono consigli semplici e chiari per gestire al meglio i principali dubbi che assalgono le gestanti e le neomamme in questo periodo dove la magia del dare la vita si associa alla sensazione di avere una malattia collettiva che ci rende insicuri e fragili. Oltre agli aspetti pratici nella gestione di un rischio di contagio, è altrettanto importante considerare la ricaduta emotiva per la gestante, abituata con i suoi comportamenti virtuosi a proteggere la creatura che porta in grembo. Nel caso del Coronavirus, la necessità di una distanza sociale si scontra con il forte bisogno di comunicazione della futura mamma con le figure di riferimento, soprattutto con l’ostetrica nella preparazione al parto. L’equilibrio emotivo nel corso della gravidanza può dunque essere messo a dura prova dall’idea della possibilità di contagio e di dover tenere una distanza dalle persone care, oltre che dal ritrovarsi ad affrontare l’evento nascita in solitudine. La culla dell’utero rappresenta poi da sempre nell’immaginario della donna il luogo privilegiato dove proteggere e nutrire il proprio bambino. In questa pandemia, la futura mamma vive con grande timore il nemico invisibile che può colpirla in qualunque momento alle spalle e affronta i controlli clinici e gli esami della gravidanza con maggior ansia. Da ultimo, è importante ricordare che il parto rappresenta un distacco dalla madre che deve ricomporre, nell’attaccarlo al seno o nello stringerlo forte a sé, il legame con il suo bambino. Proteggerlo ed accudirlo in un abbraccio è il momento nel quale tutte le neomamme acquistano la consapevolezza della meravigliosa esperienza che è dare la vita e della enorme responsabilità che questo significa. Aiutare le gestanti nell’emergenza COVID è anche per noi operatori sanitari un momento di profonda gioia nel vedere la vita rinnovarsi oltre l’orizzonte delle nostre paure.