Raramente l’uso di oppiacei interferisce in modo negativo con la gestione dei pazienti oncologici. Overdose e dipendenza sono principalmente da correlare all’uso non-medico. Il ricorso a questi farmaci nel dolore cronico non oncologico è invece ancora oggetto di discussione. Preoccupano intanto i dati sull’abuso che vengono dagli Stati Uniti. La Società Italiana di Farmacologia pubblica sul tema un nuovo Position Paper.
Dati allarmanti provengono dagli Stati Uniti d’America dove si sta assistendo a una vera e propria epidemia legata ad abuso e overdose da farmaci oppiacei prescritti per il controllo del dolore cronico non oncologico. Negli USA il fenomeno è presente in quasi tutte le fasce d’età e il tasso di mortalità più alto, in entrambi i sessi, si registra tra i 45 e i 54 anni.
Attualmente più del 3% della popolazione adulta negli Stati Uniti riceve una terapia cronica con questi farmaci. Del fenomeno se n’è occupata recentemente sul Corriere della Sera anche Milena Gabanelli.
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