In occasione della Giornata Mondiale contro il tabacco (31 maggio), Onda ha intervistato il prof. Ugo Pastorino, Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Toracica presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
Il tumore del polmone è sempre stato considerato una malattia a retaggio maschile, ma a partire dagli anni Sessanta, l’incidenza e la mortalità ad esso correlati sono aumentati anche nelle donne, tanto da diventare, per alcuni paesi, la principale causa di morte. A cosa è dovuto questo aumento?
Le cause sono andate negli anni mutandosi, a fronte di un incremento osservato negli anni Sessanta frutto di quegli anni “ribelli” in cui la sigaretta regalava un’emancipazione di massa hanno poi condizionato atteggiamenti di dipendenza dai quali difficilmente si è riusciti a farne a meno. Fino ad arrivare ai giorni nostri in cui in una condizione di futuro incremento esponenziale della popolazione mondiale nonostante la prevalenza delle fumatrici rimanga la medesima il numero assoluto non potrà che salire. Tra le motivazioni “moderne” rinveniamo sicuramente anche una maggiore indipendenza economica delle donne passando per l’ammorbidimento di vincoli sociali e culturali in alcuni paesi fino ad arrivare all’affidare alla sigaretta la gestione ossessiva della perdita di controllo del peso in caso di sua sospensione.
Ci sono differenze tra il tumore polmonare maschile e quello femminile?
Da analisi retrospettiche e su studi internazionali si è visto come l’andamento del tumore polmonare possa essere differente tra l’uomo e la donna; in quest’ultima è stato osservato come i processi riparativi del DNA, l’eventuale stato ormonale e la presentazione di alcuni recettori ne condizionino il suo andamento, esponendola maggiormente alla tossicità dei cancerogeni ma contemporaneamente avendo una migliore curabilità.
Quali sono gli esami in grado di diagnosticare una neoplasia polmonare?
L’esame gold standard nell’identificare una neoplasia polmonare è sicuramente la TC. La vecchia radiografia del torace, pur rimanendo uno strumento diagnostico fondamentale e basilare, è stata sostituita nella diagnostica tumorale dalla TC, la cui sensibilità permette di identificare forme tumorali delle dimensioni inferiori al cm e dalle caratteristiche a volte “non convenzionali”.
Oltre a questo formidabile, ma a volte troppo zelante, mezzo diagnostico si stanno affiancando nuove metodiche come un semplice prelievo ematico per identificare molecole specifiche del tumore polmonare (biomarcatori), ad oggi, seppur ben promettenti ma ancora in fase di sperimentazione.
Cosa sono gli screening con tac spirale e biomarcatori per la diagnosi precoce?
Per screening, o diagnosi precoce o prevenzione secondaria si intende la capacità di eseguire un adeguato test diagnostico su una popolazione a rischio identificando quanto più precocemente la presenza di un tumore. Nel tumore del polmone l’utilizzo della sola TC torace ad oggi considerato l’unico strumento diagnostico valido si sta aggiungendo recentemente l’utilizzo di biomarcatori, piccole molecole, “espressione circolante”, nel sangue periferico, del microambiente tumorale, sede di origine del tumore. A fronte quindi di una elevata sensibilità della TC, ovvero della capacità di identificare la minima alterazione nodulare, ma non altrettanto specifica, ovvero di identificare nella moltitudine dei noduli quale effettivamente possa trattarsi di un tumore o come succede nell’oltre 95% dei casi di trovarsi di fronte a falsi positivi, è qui che le molecole del microambiente, i cosiddetti biomarcatori, sono in grado di segnalarci il vero grado di pericolo permettendoci di identificare quel sottogruppo di persone che beneficeranno maggiormente di indagini più serrate
Cos’è il WALCE?
Women Against Lung Cancer in Europe alias WALCE è un’organizzazione non governativa nata per sensibilizzare le donne sui danni provocati dal fumo di sigaretta e sul tumore polmonare femminile. Vanta diversi centri in Europa.
La sigaretta elettronica può avere una correlazione con il tumore al polmone o è “sicura”?
Non ci sono ad oggi evidenze scientifiche di cancerogenicità legate alla sigaretta elettronica, al contrario invece di un’evidenza di un aumento dello stimolo infiammatorio che condiziona una iperreattività bronchiale provocando effetti soprattutto su categorie sensibili come asmatici, allergici e soggetti affetti da patologie pneumologiche e cardiologiche.