Ictus. Al via l’Osservatorio italiano. E in Affari Sociali alla Camera si lavora a una risoluzione ad hoc

11 Lug 2016

Le novità sono state presentate nel corso di una conferenza al Senato. L’osservatorio è stato lanciato dall’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale (A.L.I.Ce.) e dall’Intergruppo Parlamentare sui problemi sociali dell’Ictus. Resi noti i risultati del primo screening di prevenzione sui parlamentari italiani: all’86% dei 334 che si sono sottoposti agli accertamenti è stato consigliato di cambiare stile di vita oppure di approfondire gli esami.

Al via l’attività dell’Osservatorio Ictus Italia, presentato oggi in una conferenza stampa al Senato, con l’obiettivo di promuovere interventi di carattere normativo, legislativo, tecnico ed economico in materia di prevenzione e cura. Il progetto è stato promosso dall’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale (A.L.I.Ce.) e dall’Intergruppo Parlamentare sui problemi sociali dell’Ictus, con la partecipazione di Italian Stroke Organization (I.S.O.) e European Stroke Organization (E.S.O.). Il pilastro dell’iniziativa risiede nell’informazione, dato che sono in pochi a sapere che l’ictus non solo si può curare, se tempestivamente trattato, ma nell’80% dei casi si può addirittura prevenire. Ogni anno in Italia si registrano quasi 200mila nuovi casi di ictus cerebrale, di cui circa 10.000 riguardano soggetti di età inferiore ai 54 anni, responsabili del 10-12% di tutti i decessi.

“Per queste ragioni – ha sottolineato Nicoletta Reale, Presidente di A.L.I.Ce. Italia – abbiamo voluto costituire l’Osservatorio Ictus Italia con l’obiettivo di stimolare tutte le iniziative necessarie ad incentivare la prevenzione e la diagnosi dell’Ictus cerebrale e di uno dei più importanti fattori di rischio ad esso correlato la Fibrillazione Atriale, una frequente anomalia del ritmo cardiaco, causa del 15-20% di tutti gli ictus trombo-embolici, con una prevalenza sulla popolazione italiana fra l’1% e il 2%. In Italia le persone ricoverate per ictus ischemico ogni anno sono più di 170mila di cui circa 35-40mila presentano Fibrillazione Atriale. Grazie a questa iniziativa potranno avere luogo momenti di confronto e di approfondimento sulle criticità del SSN, e si potranno ipotizzare possibili soluzioni, promuovere l’inclusione di misure specifiche per la prevenzione e cura dell’Ictus Ischemico e della Emorragia Celebrale all’interno dei Piani Sanitari Regionali e del Piano Sanitario Nazionale ed infine favorire la realizzazione di percorsi terapeutici e di pratiche sanitarie ottimali nella gestione del paziente in aree pilota.”

E proprio mentre viene presentato l’Osservatorio, in Commissione Affari Sociali alla Camera si sta calendarizzando una Risoluzione presentata dall’Intergruppo Parlamentare sui problemi sociali dell’Ictus. “Un documento – ha affermato Gian Luigi Gigli (Sc), Coordinatore dell’Intergruppo – che speriamo venga discusso il prima possibile in Commissione. Con questa Risoluzione vogliamo impegnare il Governo sulla necessità di dare maggiore spazio alla lotta contro la malattia e sull’importanza di mettere in campo risorse ed energie volte ad incoraggiare un processo virtuoso di lotta all’Ictus Ischemico ed alla Emorragia Celebrale che deve necessariamente passare per un percorso di prevenzione, diagnosi precoce e un equo accesso a trattamenti preventivi, efficaci e tempestivi su tutto il territorio nazionale. L’Osservatorio Ictus Italia può essere uno strumento utilissimo nel sostenere l’azione delle Istituzioni in questa direzione. Al centro del testo una maggiore e più capillare sensibilizzazione e interventi per eliminare le disparità che caratterizzano il territorio italiano, soprattutto per quanto riguarda le strutture. E stiamo cercando anche di costruire un iter di raccordo con il Parlamento europeo: l’idea è quella di sviluppare un percorso organico, che si sviluppi dagli stili di vita sino alla riabilitazione”.

Nel corso della conferenza stampa sono stati anche resi noti i risultati del primo screening di prevenzione dell’Ictus dei Parlamentari italiani, realizzato grazie al supporto dei medici di alcune delle principali strutture Universitarie ed Ospedaliere della Capitale. Lo screening, che si inserisce tra le attività della campagna mondiale Sign Against Stroke (Firma Contro l’Ictus), ha coinvolto 334 Parlamentari tra Camera e Senato nel corso di 12 giornate durante le quali, oltre alle visite, è stata condivisa con i decisori la Carta Globale del Paziente con Fibrillazione Atriale.

I risultati più significativi sono stati radiografati da Francesca Romana Pezzella, Delegata di A.L.I.Ce. Italia per S.A.F.E., E.S.O. e W.S.O. “La partecipazione dei Senatori allo screening è stata ampia, e ha superato le nostre aspettative. Il 43% dei parlamentari ha aderito all’iniziativa, in particolar modo le Senatrici si sono dimostrate attente a queste tematiche: più della metà delle donne che siedono in Senato ha partecipato. La prevenzione primaria delle malattie cerebrovascolari è fondata sullo stile di vita, l’alimentazione ed l’attività fisica: i Senatori prediligono la dieta mediterranea, più della metà (54%) sceglie il pesce almeno due volte a settimana e quasi il 70% assume frutta e verdura nelle quantità consigliate (più di 5 porzioni a settimana). Il 70% ha bandito il burro dalla tavola, soprattutto le Senatrici ne fanno volentieri a meno. Circa la metà degli intervistati utilizza una quantità di sale eccessiva (46%). Sono per lo più gli uomini che tentano di svolgere attività fisica regolare (32%) mentre solo il 13% delle donne riesce. Grazie allo screening sono stati individuati alcuni casi di ipertensione arteriosa ed ipercolesterolemia. Il dato più importante è probabilmente quello relativo al fatto che all’86% dei partecipanti sono stati dati consigli relativi ad approfondimenti clinici e strumentali così come suggerimenti relativi allo stile di vita per migliorare la prevenzione di eventi cerebrovascolari. E’ questo il caso ad esempio della dieta e del fumo di sigaretta: il 32% dei Senatori che hanno partecipato fuma, e questo dato interessa egualmente uomini e donne.”

“Anche alla Camera abbiamo avuto una significativa partecipazione dei Parlamentari – ha osservato Danilo Toni, Direttore della Unità Neurovascolare del Policlinico Umberto I di Roma, Vice Presidente I.S.O – Infatti hanno partecipato il 31% degli uomini ed il 30% delle donne. Interessante è il fatto che l’età media sia di 54 anni, sovrapponibile a quella dei Senatori. Questo potrebbe indicare scarsa consapevolezza del fatto che l’Ictus non colpisce solo gli anziani ma anche i giovani. Peraltro, malgrado la giovane età abbiamo evidenziato un profilo di fattori di rischio piuttosto rilevante, con il 28% di ipertesi, il 26% di fumatori, il 13% di diabetici, l’11% di soggetti sovrappeso ed il 33% di portatori di ateromasia carotidea. E ben il 20% dei Deputati ha ottenuto un punteggio CHA2DS2VASc eguale o superiore a 2, ad indicare un rischio medio-elevato di Ictus. Noi pensiamo che questa sia una fotografia fedele della realtà italiana e auspichiamo che l’Osservatorio Ictus Italia possa aiutare a diffondere la consapevolezza e la conoscenza del problema Ictus Cerebrale.”

Uno stimolo a proseguire lungo questo tracciato è arrivato dal sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo. “E’ fondamentale produrre mappe e orientare rotte – ha spiegato – L’operato dell’intergruppo è prezioso perché facilita enormemente il lavoro del Parlamento. Lo screening sui parlamentari evidenzia ulteriormente l’importanza della prevenzione, se consideriamo che anche all’86% di persone che possno accedere alle migliori strutture è stato consigliato di modificare gli stili di vita oppure di approfondire gli esami. Sono comunque fiducioso, in quanto il Ssn sta compiendo importanti passi in materia di prevenzione e in primis nella capacità di costruire reti”.

Gianpiero Dalla Zuanna, membro dell’Intergruppo e promotore dell’iniziativa in Senato, ha infine puntato i riflettori sull’importanza di una responsabilizzazione ulteriore da poarte del Parlamento. “L’ictus è spesso considerato quasi come una fatalità, qualcosa di inevitabile. In realtà la prevenzione primaria e secondaria possono fare moltissimo: per evitare nuovi episodi e per accorciare il tempo di intervento subito dopo l’insorgenza della malattia. La politica sanitaria ha molto da fare, in particolare completando la costituzione delle Stroke Unit in tutto il territorio nazionale e premendo l’acceleratore sulla prevenzione, rimuovendo alcune false credenze: in primis il fatto che sia appannaggio esclusivo degli anziani, invece spesso colpisce anche i giovani”.

L’evento ha rappresentato anche l’occasione per ricordare la scomparsa dell’Ingegner Paolo Binelli, Presidente A.L.I.Ce. Italia Onlus dal 2011 all’aprile 2016. Grazie a lui, sono partite numerose ed importanti campagne di informazione e di screening che hanno coinvolto tutti, dalla popolazione, ai giornalisti, dagli Eurodeputati ai politici italiani. Il suo obiettivo principale era quello di aiutare e sostenere le persone colpite da ictus e i loro caregiver, battendosi affinché venisse garantito a tutti un equo accesso alle cure e far aumentare, presso l’opinione pubblica, la conoscenza di questa patologia.

Da QS

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