Parliamo del ruolo che i media svolgono nel diffondere informazioni riguardanti la salute con il Dottor Salvatore Carrubba, editorialista, scrittore e attualmente Presidente dell’Accademia di Brera, vicepresidente della Fondazione Iulm e direttore della rivista Il Sud.
Secondo alcune ricerche Censis la salute è un tema che interessa moltissimo gli Italiani. I Medici di base continuano ad essere considerati una fonte di riferimento importante ma cresce il ruolo della Stampa come fonte informativa per la salute. Come spiega questo fenomeno?
L’opinione pubblica mostra particolare interesse per il ruolo della stampa, il che potrebbe sorprendere, considerata la decrescente credibilità dell’informazione. Probabilmente, il fenomeno è dovuto all’invecchiamento della popolazione (non a caso, l’informazione tradizionale quale stampa e tv resta soprattutto, e in maniera crescente, utilizzata dai più anziani). L’informazione, poi, ricorre spesso a pareri di luminari ed esperti, il che garantisce agli occhi degli utenti la serietà delle notizie. Questo dovrebbe indurre a una informazione sempre più responsabile e attenta da parte degli operatori.
Tra i principali difetti della comunicazione sanitaria sui mass media però gli Italiani indicano: la complessità delle informazioni fornite (33,3%), l’enfatizzazione dei rischi per situazioni con impatti reali minimi (31,1%), la carenza di informazioni pratiche (27,2%), la leggerezza con cui talvolta vengono trattate le sperimentazioni, (15,8%), il mancato aggiornamento (15%) e follow up. L’informazione che la Stampa diffonde dunque può essere considerata attendibile dal cittadino oppure richiede sempre un approfondimento?
Complessivamente sì, per le ragioni sopra indicate. Ma l’informazione non può “disintermediare” il medico: e questo vuol dire, naturalmente, che anche l’operatore sanitario deve mostrarsi capace di essere vicino ai propri pazienti e di rispondere alle loro esigenze, evitando che essi debbano affidarsi e fidarsi di fonti informative generiche, ancorché serie.
Quale è il rapporto tra i media e le fonti di informazioni sanitarie (per esempio Istituti di ricerca medica, Ospedali, Specialisti e Associazioni) ?
Abbastanza scarso: i media rischiano di inseguire anche in questo caso un certo sensazionalismo, parlando di problemi popolari e di indicare soluzioni mirabolanti. Tutta la tradizione del giornalismo scientifico, in Italia, purtroppo, è debole e poco supportata dai media.
La Stampa può essere un alleato valido nel diffondere i temi più importanti della salute presso l’opinione pubblica? Se sì, come? Certamente sì: diffondendo una cultura favorevole a stili di vita salubri, ma senza cadere nell’insopportabile retorica del politicamente corretto e di vincoli che condizionano la libertà dell’individuo; dando spazio all’informazione completa e attendibile; ricorrendo a specialisti in grado di divulgare e spiegare, senza suscitare inutili allarmismi ed entusiasmi prematuri; evitando di prestarsi al gioco degli interessi e delle camarille. Ma questa dovrebbe essere la regola per la buona informazione.