Alla vigilia della partenza della campagna vaccinale contro l’influenza, un sondaggio condotto da Pazienti.it, portale di salute seguito ogni mese da oltre 2 milioni di utenti, in collaborazione con la Società Italiana di Pediatria su un campione di 1.200 genitori ha indagato l’orientamento di mamme e papà rispetto al vaccino antinfluenzale. Vaccino da quest’anno fortemente raccomandato dal Ministero della Salute non soltanto, come nel passato, per i bambini con patologie croniche, ma anche per quelli sani di età compresa tra 6 mesi e 6 anni, con lo scopo di ridurre la circolare del virus influenzale nell’attuale fase pandemica.
Le modalità del sondaggio
Il sondaggio è stato, dunque, realizzato con l’obiettivo di cogliere le intenzioni dei genitori riguardo al vaccino antinfluenzale per la stagione 2020-2021. A essere coinvolti nelle risposte, un campione composto per il 60% da genitori di bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni, per il 26% da genitori di bambini dai 7 ai 12 anni e, ancora, per il 13% famiglie con bambini dai 12 anni in poi.
Il sondaggio è stato condotto tra settembre e ottobre, mesi di forte dibattito intorno alla vaccinazione e al rientro a scuola in tempo di pandemia, ed è stato diffuso tramite DEM indirizzata agli utenti iscritti a Pazienti.it e tramite i canali social (Facebook, Twitter, Instagram, Linkedin) di Pazienti.it e della Società Italiana di Pediatria.
Ma i genitori come la pensano?
Circa 7 su 10, secondo il sondaggio, quest’anno hanno intenzione di vaccinare i propri bambini contro l’influenza. A pensarla così è il 73% dei genitori di bambini da 6 mesi a 6 anni e il 70% dei genitori di bambini età compresa dai 7 ai 12 anni.
Un cambiamento deciso di rotta rispetto al passato, se si pensa che alla domanda “Negli anni precedenti, hai scelto di far vaccinare tuo figlio contro l’influenza?” il 77% del campione ha risposto “no”.
Come prevedibile la pandemia da Covid-19 gioca un ruolo importante sull’orientamento dei genitori a favore della vaccinazione antinfluenzale nei bambini. Infatti oltre 1 genitore su 2 (53% del campione) afferma che il coronavirus ha influito “molto” o “abbastanza” sulla scelta vaccinale: in particolare il 25% del campione risponde “abbastanza, prima d’ora non avevo non avevo mai ritenuto il vaccino così importante” e il 28% risponde “molto, credo che il vaccino antinfluenzale possa fare la differenza”, a fronte del 46% del campione che ha risposto “Poco, la mia idea sul vaccino è la stessa da sempre”.
“L’auspicio è che l’esperienza della pandemia attualmente in corso sia di monito nel riconoscere ai vaccini un ruolo fondamentale nella prevenzione di specifiche malattie infettive, come la stessa influenza stagionale”, afferma Rocco Russo, Responsabile del tavolo tecnico vaccinazioni della SIP.
“Vaccinarsi contro l’influenza in tempi di pandemia è importante anche per evitare il rischio di una possibile coinfezione di entrambi i virus che sicuramente peggiorerebbe il decorso clinico; ma non bisogna dimenticare che ogni anno nel mondo il virus influenzale colpisce tra il 5 e il 15% della popolazione adulta (vale a dire da 350 milioni a 1 miliardo di persone) con un’incidenza che sale al 20-30% nei bambini, per cui proteggersi con il vaccino è fondamentale anche in tempi in cui tale decisione non risulta essere emotivamente legata al timore della circolazione di un virus pandemico”.
La corsa al vaccino anti influenzale è iniziata. “Ma niente panico, se non si è ancora riusciti a vaccinare il proprio bambino: l’anno scorso la stagione influenzale è iniziata a Novembre, ma il picco dei casi si è avuto tra fine Dicembre e inizio Marzo”, afferma Elena Bozzola, segretario nazionale SIP. “Anche quest’anno ci aspettiamo un andamento più o meno simile. E nell’attesa del vaccino, ricordiamoci di mettere in atto tutte le strategie di difesa: dall’uso della mascherina, al distanziamento sociale alla corretta sanificazione delle mani. Regole che abbiamo imparato negli ultimi tempi per proteggerci dal Covid 19, ma che sono utili anche per il virus dell’influenza”.