L’eccessiva esposizione al sole può essere causa di problemi estetici: primo fra tutti le macchie cutanee di melasma. Che cosa sono, quali i fattori determinanti e come risolvere il problema? Ne abbiamo parlato con Vincenzo Bettoli, Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara.
Professor Bettoli, che cosa sono le macchie solari ed il melasma in particolare?
La definizione “macchie solari” include tutte le dermatiti caratterizzate da iperpigmentazioni melaniche nello sviluppo delle quali il sole gioca un ruolo determinante. Tra queste dermatosi il melasma è la lesione più rappresentativa Esso è costituito da macchie scure di forma irregolare e grandezza variabile, con colore che passa dal giallo camoscio al bruno, che compaiono prevalentemente sulle aree più esposte al sole, questo perché sono dovute all’accumulo di melanina, il pigmento che dà alla cute il colorito bruno dell’abbronzatura. Di norma si localizzano in prevalenza sulla fronte, sul labbro superiore, sulle guance e sugli zigomi.
Il melasma è un problema che riguarda principalmente le donne. Qual è la ragione?
Benché non si conosca esattamente la causa di sviluppo del melasma, si ritiene che possa essere provocato da livelli di estrogeni nel sangue più alti del normale, quali si verificano in gravidanza o in seguito all’assunzione della pillola anticoncezionale, ad esempio, o in presenza di patologie specifiche. Si ipotizza però che anche lo stress giochi un ruolo fondamentale, dato che spesso la comparsa delle macchie corrisponde a periodi di particolare fatica psichica, dove potrebbero entrare in causa anche altre sostanze ad azione ormonale, quali le endorfine prodotte dal cervello.
Quali sono le cause dello sviluppo degli altri tipi di macchie solari?
Spesso alla base della loro formazione c’è l’assunzione o l’applicazione sulla pelle di farmaci fotoattivi o fotosensibilizzanti, vale a dire che quando ci si espone ai raggi solari possono apparire eruzioni eritematose, seguite nel tempo da iperpigmentazione cutanea secondaria alla produzione di melanina. Tra i principali farmaci incriminati ci sono alcuni tipi di antibiotici, antinfiammatori non steroidei (Fans), antistaminici e psicofarmaci. Nel caso in cui i medicinali vengano applicati localmente la formazione di macchie è limitata alle zone che sono venute in contatto con le sostanze fotosensibilizzanti, mentre se l’assunzione del farmaco avviene per via generale, essa può interessare tutta la superficie del corpo. È questo il caso, ad esempio, di un diuretico fra i più utilizzati e di alcuni antidiabetici orali.
Fra i prodotti di uso comune, invece, a che cosa occorre fare attenzione?
Ad esempio ad alcuni cosmetici e prodotti legati all’igiene e, soprattutto, i profumi. Questi ultimi non solo nella grande maggioranza dei casi sono fotosensibilizzanti, ma restano legati alla pelle anche per più di ventiquattr’ore. Anche alcuni colori presenti sugli smalti, sui rossetti, sul mascara e su altri prodotti da make-up possono determinare pigmentazioni anomale della pelle e per questo vanno asportati con cura prima del bagno di sole.
E le abitudini alimentari possono influenzare la comparsa di macchie cutanee?
Sì, ma solo in caso si consumino cibi, in quantità importanti, che contengono furocumarine quali ad esempio il prezzemolo, il bergamotto e il fico. Queste sostanze possono generare una azione fotosensibilizzante anche con il semplice contatto con la pelle; basti pensare che se raccogliendo fichi ci si sporca col latte delle foglie o del frutto e poi ci si espone al sole, si rischia di subire ustioni che si trasformano poi in macchie.
Ha fatto cenno anche ad alcune patologie specifiche. Quali sono causa di macchie cutanee?
Esse possono essere generate o da malattie dermatologiche, tra le più comuni il lichen ruber planus, o da alcune malattie autoimmuni, quali il lupus eritematoso, che rende la pelle particolarmente sensibile.
Quanto durano le macchie?
Le macchie, una volta formatesi, possono persistere anche per anni, fatta eccezione per quelle della gravidanza, che possono scomparire pochi mesi dopo il parto.
Come cautelarsi dalla formazione delle macchie solari?
La comparsa delle macchie solari è spesso imprevedibile e una reale ed efficace forma di prevenzione è piuttosto difficile, tuttavia per cercare di limitarne la formazione è bene proteggersi dai raggi solari con creme con filtri adeguati al fototipo di pelle e al luogo di villeggiature (tropici, mare, montagna) da applicare più volte al giorno, specie al mare e dopo il bagno. Anche le lampade a ultravioletti e la luce intensa, vale a dire il riverbero che è una caratteristica dell’estate, possono causare problemi di iperpigmentazione.
Quali sono i trattamenti oggi possibili per l’eliminazione delle macchie solari?
Una volta formate è molto difficile, se non impossibile, far sparire le macchie, non ricorrendo a trattamenti specifici valutati a seconda del tipo di pelle e dell’estensione delle macchie. Questo perché il pigmento si deposita nella cute quasi con la tenacia di un tatuaggio. Tra le possibili opzioni le più usate sono le creme depigmentanti, le più efficaci sono quelle a base di idrochinone – una sostanza schiarente che dà in genere ottimi risultati -, che vengono applicate la sera sulle macchie (nel periodo settembre-maggio) facendo attenzione a non debordare per non schiarire la cute integra. Effetto collaterale può essere una possibile leggera irritazione della parte trattata dopo le prime applicazioni. Tale sostanza può anche essere associata ad acido retinoico e cortisonico topico nei casi più resistenti. La sua applicazione come monoterapia può anche essere proseguita dopo la guarigione per ridurre l’incidenza delle recidive. Abbiamo poi il peeling, vale a dire un trattamento esfoliante a base di varie sostanze tra le quali una delle più utilizzate è l’acido tricloroacetico a bassa concentrazione, procedura effettuata dal dermatologo in 1-3 sedute. Il trattamento deve essere eseguito con perizia in quanto può causare un peggioramento della pigmentazione. Importanti avvertenze sono il non eseguire il trattamento quando la cute è infiammata ed evitare di esporsi al sole o fare lampade per tutto il periodo del trattamento. Tra le proposte di cura anche il laser, consente di eliminare le macchie con un numero di sedute variabili da due a quattro a distanza circa di 1-2 mesi l’una dall’altra. Si tratta di un trattamento efficace che tuttavia richiede esperienza per il possibile peggioramento delle lesioni. Altri possibili effetti collaterali sono arrossamento e gonfiore della parte per circa 24 ore. Anche in questo caso il laser non si può eseguire su cute infiammata ed è bene non assumere durante tutto il periodo farmaci che aumentino la sensibilità della pelle alla luce ed esporsi al sole o fare lampade. Non ultimo una tecnica poco conosciuta, e quindi meno applicata, è la dermoabrasione superficiale nella quale si utilizza una speciale carta abrasiva al silicone. Occorre molta manualità ma spesso i risultati sono sorprendenti.
Quali avvertenze avere dopo i trattamenti?
Nella zona trattata la pelle diventerà più sensibile e, una volta corretto il danno, nelle successive esposizioni occorrerà essere più attenti proteggendo la zona che si era macchiata con creme a filtro solare molto alto, vale a dire 50+spf.
Francesca Morelli