Mastectomia e ovariectomia preventiva. Le donne italiane come Angelina Jolie, e il 90% non se ne pente. L’indagine

9 Mar 2019

I ricercatori del Centro per i tumori ereditari della donna del Mauriziano di Torino, in collaborazione con aBRCAdaBRA, hanno svolto un’indagine in tutta Italia su una popolazione di donne con mutazioni dei geni BRCA1-BRCA2 che si sono sottoposte ad intervento per ridurre il rischio di ammalarsi di tumore. Oltre il 90% conferma la scelta e la consiglierebbe. In caso di ovariectomia profilattica, molte pazienti hanno sviluppato importanti sintomi menopausali e contestano di non essere stata adeguatamente informate sulle conseguenze dell’intervento e sulle possibilità di trattamento.

Fece molto discutere Angelina Jolie quando, nel 2013, annunciò al mondo di essersi sottoposta alla chirurgia profilattica (mastectomia e poi ovariectomia) per ridurre il rischio di ammalarsi di tumore della mammella e delle ovaie. Un rischio nel suo caso altissimo in quanto portatrice di una mutazione genetica ereditata dalla famiglia. Da allora molte cose sono cambiate, anche in Italia. Pochi giorni fa l’Inps ha sancito che le donne portatrici di mutazione BRCA che hanno scelto di sottoporsi a chirurgia preventiva possono ottenere il riconoscimento di una percentuale di invalidità civile sulla base delle conseguenze psicologiche, endocrine e riproduttive di questi interventi. Questo importante risultato è stato ottenuto grazie ad un’azione congiunta che ha unito allo stesso tavolo l’INPS, con i suoi rappresentanti che si sono dimostrati molto sensibili al tema, l’associazione aBRCAdaBRA e la FAVO, la Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia

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