Il progetto è stato presentato a Berlino, al 7° congresso della Società internazionale della Medicina di Genere. Prevede azioni dirette agli operatori sanitari in servizio e che lavoreranno ancora per lungo tempo per costruire una comunità scientifica e professionale competente sulla Medicina di Genere.
Parte da Ferrara “il Modello pilota della medicina di genere”. Un progetto “originale e uno dei pochi strategico-organizzativi per la diffusione della Medicina di Genere”, come lo ha definito Marek Glezerman, Presidente dell’IGM Società Internazionale della Medicina di Genere e Direttore del Centro di Ricerca sulla Medicina di Genere del Rabin Medical Center e dell’Università di Tel Aviv in occasione del l 7° Congresso Internazionale (http://igmcongress.com/) tenutosi a Berlino il 20-21 settembre scorso, a illustrare il poster scientifico del Modello “La rivoluzione silenziosa della Medicina di Genere, dove il progetto è stato presentato da Fulvia Signani, dirigente psicologa di Ausl.
“Un’approvazione di assoluto rilievo internazionale confermata anche dalla contestuale proposta di Karolina Kublickiene, Direttrice del Centro per la Medicina di Genere al Karolinska Institut (Stoccolma, Svezia) da sempre attento all’educazione con l’uso delle nuove tecnologie, al gruppo di progetto ferrarese/emiliano-romagnolo, per una prestigiosa collaborazione con il Centro da lei diretto”, spiega la Asul in una nota.
Il team multidisciplinare di Ferrara è impegnato a costruire un modello di lavoro per rendere concreta l’applicazione della medicina di genere nelle aziende sanitarie, sia ospedaliere sia territoriali e trarne una formula attuabile, esportabile, personalizzabile, che possa essere utilizzata anche in altri territori. Nel dettaglio, il “modello” Ferrara prevede azioni dirette agli operatori sanitari ora in servizio e che lavoreranno ancora per lungo tempo, per costruire una comunità scientifica e professionale competente sulla Medicina di Genere con persone che diventano innovatori pronti a promuovere questo nuovo orientamento in medicina e a essere snodo di reti di professionisti da sensibilizzare.
Gli strumenti del modello sono corsi di formazione a distanza, arricchiti da seminari in presenza; workshop per reti cliniche (cardiologia di genere, diabetologia di genere, etc.), utili a favorire la condivisione delle evidenze scientifiche più aggiornate; sperimentazione di un modello di ospedale orientato al genere.
Il Gruppo, coordinato da Signani Fulvia, annovera: Walter Malorni dell’ISS Istituto Superiore di Sanità, Roberto Manfredini e Annamaria Ferraresi per Università e Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara, Barbara Curcio Rubertini e Corrado Ruozi dell’Azienda Sanitaria Regionale, Roberta Mori consigliere della Regione Emilia Romagna prima firmataria della legge dedicata, Mauro Marabini, direttore sanitario di Ausl Ferrara, cui si aggiungono, Caselli Barbara, Paparella Gianna, Ceci Amelia, Curcio Rubertini Barbara, Poletti Nicola, Beccari Simonetta, Forni Riccardo, Orlandini Milo, Roncarati Elisa; cioè, ricercatore, medico, infermiera, psicologa, sociologa, metodologo della formazione, giornalista, esperto di divulgazione scientifica con l’uso delle nuove tecnologie e dei social network, manager di piattaforme informatiche.
L’articolo su Quotidiano Sanità