Quando la madre si vaccina contro la pertosse in gravidanza, il neonato ha il 91% di probabilità in meno di contrarre questa infezione batterica nei primi due mesi di vita, prima dunque di poter ricevere lui stesso il vaccino. È il risultato di uno studio pubblicato su Pediatrics
Nicola Klein e colleghi, del Kaiser Permanente Vaccine Center di Oakland, in California, hanno analizzato i dati di quasi 149mila bambini nati in California tra il 2010 e il 2015. I risultati hanno evidenziato che tra i neonati le cui madri avevano ricevuto in gravidanza il vaccino contro tetano, difterite e pertosse acellulare (DTPa) c’era il 91% in meno di probabilità di ammalarsi di pertosse nei primi due mesi di vita, un periodo critico, prima del quale in genere non si somministra il vaccino. E ancora, la probabilità di ammalarsi entro un anno di vita era del 69% più bassa.
In molti Paesi, le autorità sanitarie nazionali raccomandano la vaccinazione durante la gravidanza, anche nelle successive alla prima, dal momento che l’efficacia del vaccino svanisce col tempo. Presso il Kaiser Permanente, dopo un’epidemia di pertosse nel 2010 in California, i medici hanno cominciato a incoraggiare le donne in gravidanza a vaccinarsi. Una misura ripresa poi anche dai Centri di Controllo e Prevenzione delle Malattie (CDC) americani, nel 2013. Così, dall’1% delle madri vaccinate prima di queste raccomandazioni, si è passati al 12% nel 2010 e all’87% nel 2015.
Secondo quanto sottolineato da Yvonne Maldonado, della Stanford University School of Medicine in California, che non era coinvolta nello studio, questa è stata la prima ricerca che dimostra in modo evidente che la vaccinazione in gravidanza protegge i neonati, specialmente nei primi due mesi di vita.