Nel mondo, la violenza contro le donne interessa 1 donna su 3, con conseguenze devastanti quali isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di sé stesse e dei propri figli.
Secondo l’OMS si tratta di “un problema di salute di proporzioni globali enormi” che si ripercuote con effetti negativi a breve e a lungo termine anche sul benessere mentale, sessuale e riproduttivo della donna.
La violenza che le donne possono subire è di diversi tipi, si parla infatti di violenza al plurale ad indicare le diverse tipologie di azioni che limitano e condizionano la vita delle vittime. Imparare a conoscerle fornisce degli strumenti per individuare e contrastare questi atteggiamenti. Per questo abbiamo individuato sei categorie di violenza, dalle più “visibili” e “conosciute” alle più nascoste e insidiose al fine di diffondere una corretta informazione sul tema.
Violenza fisica
Per violenza fisica si intende qualsiasi forma di intimidazione o atto che mette a rischio l’integrità fisica di una donna.
Atti riconducibili alla violenza fisica sono: botte, pugni, soffocamento, schiaffi, calci, lancio di oggetti, tirare per i capelli, strattonare, percuotere provocare bruciature, sbattere la testa contro il muro, tentato omicidio o omicidio.
Tali forme ricorrono nei reati di maltrattamento, percosse, lesioni personali, violenza privata, violenza privata aggravata, violazione di domicilio, sequestro di persona.
Violenza psicologica
La violenza verbale e psicologica è una forma di maltrattamento che colpisce moltissime donne, spesso inconsapevoli di esserne vittime. È forse la forma più pervasiva e distruttiva di violenza, che comprende tutti quei comportamenti che ledono l’integrità e la dignità della donna. Rientrano nella violenza psicologica: tradimenti, menzogne, inganni, controllo e gestione della vita quotidiana, limitazioni della libertà personale e di movimento, aggressioni verbali, denigrazioni, umiliazioni, ricatti, rifiuto sistematico di fare lavoro domestico o educativo, rifiuto di avere rapporti, minacce di violenza fisiche a parenti/amici/conoscenti, minacce di autolesionismo e/o suicidio, matrimonio combinato/ forzato.
Stalking
Lo stalking indica il comportamento controllante messo in atto dal persecutore nei confronti della vittima da cui è stato rifiutato.
Spesso le condotte dello stalker sono subdole, volte a molestare la vittima e a porla in uno stato di soggezione, con l’intento di compromettere la sua serenità, farla sentire braccata, non libera. Sono stalking: pedinamenti e inseguimenti, persecuzioni telefoniche e/o scritte, sottrazione e danneggiamento di oggetti, come pure regali non voluti, violazioni di domicilio.
Violenza economica
Per violenza economica si intendono la serie di azioni finalizzate a causare una dipendenza economica delle vittime dal loro partner.
Ne sono parte qualsiasi forma di privazione, sfruttamento o controllo che mira a creare dipendenza, o ad imporre impegni economici non voluti e/o estorti con l’inganno.
Sono riconducibili alla violenza economica: privazione o controllo del salario, impedimento alla ricerca o al mantenimento del lavoro, limitare o negare l’accesso alle finanze familiari, occultare la situazione patrimoniale e le disponibilità finanziarie della famiglia, sfruttare la donna come forza lavoro nell’azienda familiare senza dare in cambio nessun tipo di retribuzione, appropriarsi dei risparmi o dei guadagni del lavoro della donna e usarli a proprio vantaggio, attuare ogni forma di tutela giuridica a esclusivo vantaggio personale e a danno della donna.
Tale forma di controllo limita pesantemente l’indipendenza economica della donna e spesso è una delle motivazioni che inducono la donna a non uscire da una relazione violenta.
Violenza sessuale
La violenza sessuale comprende qualsiasi forma di imposizione di rapporti o pratiche sessuali indesiderate e/o rapporti che provocano dolore fisico e che siano lesivi della dignità, ottenute con la forza fisica e/o con minacce di varia natura. Sono da considerarsi violenza sessuale: le molestie sessuali (anche telefoniche), il rapporto sessuale subito o estorto con la minaccia, la richiesta di atti sessuali umilianti, l’aggressione con o senza stupro, la prostituzione forzata e la tratta. L’imposizione di un rapporto sessuale o di un’intimità non desiderata è un atto di umiliazione, di sopraffazione e di soggiogazione, che provoca nella vittima profonde ferite psichiche oltre che fisiche.
Violenza della malattia
Quando una malattia irrompe nella vita di una persona, può avere – oltre alle conseguenze psico-fisiche – un impatto drammatico sulla qualità di vita, stravolgendo la quotidianità e le relazioni, minando anche il senso della propria identità.
La campagna di sensibilizzazione, inoltre, ha coinvolto anche gli street artist SteReal, Napal e Yele nella realizzazione di tre murales a Milano, Roma e Caserta grazie a Stradedarts.
MILANO Via Guglielmo Pepe, Artista: SteReal
ROMA Via Pietro Romano, Artista: Napal
CASERTA Via Alberto Beneduce, Artista: Yele
“Una donna che si toglie la maglietta. Sembra un gesto così banale, ma metaforicamente può significare tanto: spogliarsi dalle oppressioni, dalle violenze, dai soprusi. Spogliarsi dalle oppressioni, dalle violenze, dai soprusi. Spogliarsi da tutte quelle cose negative che la vita ci mette davanti, dalle scelte sbagliate, dagli amori nocivi.- spiega SteReal-Nel murale una rete di fili ingarbugliati legano le due donne, unite dallo stesso triste destino, ma che unite trovano la salvezza e la forza di uscirne”.
“La violenza contro le donne la facciamo noi uomini, ci riguarda- spiega Napal- Siamo noi che dobbiamo farcene carico, impegnarci a cancellarla. La cronaca purtroppo ci ripete troppo spesso che quell’appello resta drammaticamente urgente. Dobbiamo imparare a riflettere su questo tema per comprendere che è una ferita aperta, tocca le corde più profonde dell’anima umana e lacera il nostro bene comune. Tutti come persone meritiamo rispetto, indipendentemente dal colore della pelle, dall’orientamento sessuale o religioso, dall’età, e indipendentemente dal fatto di essere uomini o donne. La nostra deve rappresentare una conquista di civiltà e l’arte può rappresentare un veicolo straordinario per la divulgazione di tali valori”.
“Tante forme di violenza. Una sola risposta. Figure semplici, linee pulite e colori accesi per catturare l’attenzione degli osservatori e trasmettere un senso di immediata urgenza. Le frasi al centro di entrambe le scene, posizionate in modo prominente, si presentano come un manifesto visivo contro la violenza patriarcale. Le forme geometriche e i colori intensi servono a enfatizzare la chiarezza del messaggio, mentre la scelta di un contesto urbano per l’opera sottolinea la sua accessibilità e la sua connessione con la vita quotidiana delle persone. Chiunque incontri questa opera si deve sentire chiamato all’azione, spinto a riflettere sulla propria parte nel contrastare la violenza di genere e ispirato a contribuire a un cambiamento collettivo”.
Progetto realizzato da @stradedarts, @stereal_marchetto, @napal_illustration, @yele.1312
con il patrocinio del Ministero dell’Interno, CNR, Fondazione Libellula, Donnexstrada e l’Associazione Rifiorire Insieme.
Con il contributo incondizionato di: