Roma. Lunedì 5 dicembre, si svolgeva la cerimonia di premiazione 2018/19 dei Bollini Rosa, la distinzione conferita dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (ONDA) agli ospedali italiani più “vicini alle donne”. Tra i criteri rietnuti rilevanti, la disponibilità di un servizio di mediazione interculturale. La dottoressa Elisabetta Vercesi dell’ONDA ci spiega il perchè in una intervista.
La mediazione interculturale come segno di attenzione
Il diritto alla salute è uno tra i diritto umani universalmente riconosciuti, anche se troppo spesso disatteso. Fornire una mediazione interculturale (quindi non solo linguistica) tra medico e paziente quando è necessario è uno dei modi di assicurare questo diritto proprio a tutti. E a questo, sembra, sempre più ospaedali italiani ci stanno arrivando.
Leggendo l’elenco degli ospedali premiati con il Bollino Rosa 2016/2017, ci ha colpito il fatto che la maggior parte aveva tra i servizi citati quello di “mediazione culturale e linguistica”. La cosa ci ha incuriositi non poco e abbiamo deciso di parlarne con gli organizzatori.
Cosa siano i Bollini Rosa e quanto la presenza in ospedale di un efficiente servizio di mediazione interculturale indica l’attenzione verso il diritto alla salute, ne abbiamo parlato con la Dottoressa Elisabetta Vercesi, Coordinatore Area Ricerche, Bollini Rosa e Bollini Rosa Argento, per l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda).
L’intervista:
MediatoreInterculturale.it: Ci può presentare in poche parole i Bollini Rosa ? Cosa sono? E chi viene premiato con questo bollino?
Dot.sa E. Vercesi: I Bollini Rosa sono un riconoscimento biennale che Onda conferisce agli ospedali italiani dal 2007 per l’attenzione alle specifiche esigenze dell’utenza femminile, con l’obiettivo di individuare, collegare e premiare le strutture che offrono servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali che colpiscono le donne. Gli ospedali che desiderano ricevere i Bollini Rosa vengono valutati tramite un questionario di candidatura online composto da 300 domande, ognuna con un suo valore specifico, suddivise in 16 specialità. Il questionario di candidatura è strutturato con il supporto di un apposito Advisory Board composto da esperti per ogni area specialistica considerata. In base alle risposte fornite dall’ospedale nella candidatura, un algoritmo matematico calcola un punteggio totale corrispondente a uno, due o tre bollini. Ogni due anni quindi viene indetto un Bando per la costituzione del nuovo Network di ospedali a cui possono aderire tutte le strutture accreditate al Servizio Sanitario Nazionale. I Bollini Rosa vengono quindi conferiti in base a tre criteri specifici: presenza di aree specialistiche di interesse femminile, appropriatezza del percorso diagnostico-terapeutico e presenza di servizi per l’accoglienza della paziente. In occasione del nuovo Bando per il biennio 2018-2019 si sono candidati 324 ospedali ubicati in tutte le regioni italiane di cui 306 sono stati premiati con i Bollini Rosa.
MediatoreInterculturale.it: Abbiamo osservato che molte strutture ospedaliere premiate con questo bollino hanno, tra i loro molti servizi al paziente, anche un servizio di mediazione culturale e linguistico. Questo servizio era tra i criteri di selezione per la premiazione? Se si, ci spieghi un po’ perché?
Dot.sa E. Vercesi: Il servizio di mediazione culturale è parte dei criteri del questionario di candidatura dall’edizione 2012-2013 del Bando Bollini Rosa. Riteniamo che sempre di più un ospedale, soprattutto se ubicato in grandi centri urbani caratterizzati da una più diffusa multiculturalità, debba favorire un migliore accesso ai servizi anche per le persone straniere nell’ottica di veicolare il più possibile una corretta comprensione della propria patologia e del percorso di cura. Nell’ambito del nuovo Network Bollini Rosa l’87% delle strutture (265 ospedali su 306) ha dichiarato di offrire un supporto di mediazione culturale per le donne di nazionalità straniera. Ci sembra questo un dato molto rilevante in considerazione della crescente domanda di servizi sanitari anche da parte delle utenti provenienti da altri paesi, che rispecchia la volontà degli ospedali di allinearsi alle necessità emergenti offrendo dei percorsi assistenziali strutturati sulla base delle necessità di tutti.
MediatoreInterculturale.it: Quanto e perché è importante secondo voi la presenza di un servizio di mediazione interculturale in modo particolare per i reparti specializzati in salute della donna e dei bambini?
Dot.sa E. Vercesi: È sicuramente molto importante che, nell’ambito del panorama sanitario attuale caratterizzato da molteplici tipologie di utenza, un ospedale disponga dei mezzi necessari per garantire un approccio differenziato a seconda delle specifiche esigenze e una comunicazione medico-paziente esaustiva ed efficace che esuli dalla semplice funzione di interpretariato. In quest’ottica gli ospedali hanno sempre di più rivolto l’attenzione ai servizi di supporto linguistico per le persone di nazionalità straniera che spesso si trovano in condizione di fragilità e che hanno più bisogno di aiuto, come le donne e i bambini, rispettando anche le caratteristiche culturali di ciascuno. In questo contesto il servizio di mediazione culturale svolge quindi una funzione fondamentale anche in ambito pediatrico, per affiancare i genitori in tutto il percorso ospedaliero del proprio figlio fornendo loro gli strumenti per una corretta gestione del problema anche nel post-dimissione, con l’obiettivo di evitare ospedalizzazioni improprie per il futuro.
Per saperne di più:
Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda)
Via Cernaia, 11 – 20121 Milano
www.ondaosservatorio.it
www.bollinirosa.it