Pubblicato il provvedimento con le disposizioni per l’avvio dello screening neonatale per la diagnosi precoce di malattie metaboliche ereditarie. Elencate le malattie ereditarie da sottoporre a screening, modulo per il consenso informato e definizione dell’organizzazione del percorso. Nonchè i criteri di riparto delle somme già previste nel fondo sanitario. IL TESTO
Arriva in Gazzetta ufficiale il decreto ministeriale firmato dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin che delinea le disposizioni per l’avvio dello screening neonatale per la diagnosi precoce di malattie metaboliche ereditarie. In primis nel decreto si elencano le malattie metaboliche ereditarie da sottoporre a screening neonatale esteso (36 indicazioni riportate nelle tabelle allegate al decreto). In seconda istanza viene definita l’Informativa e consenso allo SNE. Tracciate anche le linee guida su raccolta, invio e conservazione dello spot ematico.
Ma il decreto fissa anche un Sistema di screening neonatale che dovrà avere “un’organizzazione regionale o interregionale a carattere multidisciplinare deputata a garantire l’intero percorso dello screening neonatale dal test di screening, alla conferma diagnostica, alla presa in carico e al trattamento del neonato, con un coordinamento regionale dell’intero sistema di screening neonatale.
Esso pertanto deve prevedere i seguenti elementi:
a) Laboratorio di screening neonatale.
b) Laboratorio per i test di conferma diagnostica.
c) Centro clinico.
d) Coordinamento regionale del sistema screening.
Ogni regione e provincia autonoma individuerà al suo interno un’articolazione con funzione di coordinamento del sistema screening neonatale. Tale livello organizzativo ha il compito di governare e monitorare le attività del sistema screening nel suo complesso a livello regionale/provinciale.
Definite poi le modalità di Comunicazione, richiamo, conferma diagnostica e presa in carico per lo SNE. Capitolo poi dedicato anche a Formazione, informazione ed empowerment protezione e promozione della salute.
Per quanto riguarda la copertura degli oneri economici e dei criteri di riparto, per l’anno 2014 la somma di 5 milioni di euro del Fondo sanitario è ripartita tra le regioni in relazione al numero medio annuo di nati, calcolato sui nati dell’ultimo quinquennio, per la copertura delle spese per lo SNE.
Per gli anni 2015 e 2016 prevista invece la somma di 10 milioni di euro annui del Fondo sanitario, ripartite con i medesimi criteri indicati per il 2014. Il decreto stabilisce inoltre che le risorse finanziarie “sono destinate e utilizzate per il raggiungimento degli obiettivi quali-quantitativi per garantire la progressiva universalità, uniformità e gratuità dello SNE, dal prelievo del campione ematico alla conferma diagnostica, per la presa in carico dei neonati riconosciuti affetti” secondo specifiche priorità indicate all’articolo 7 del provvedimento.
Da QS