“Il modo in cui parliamo può svelare con diversi anni di anticipo se rischiamo una malattia mentale come l’Alzheimer, la schizofrenia o la depressione. Un algoritmo sperimentale di intelligenza artificiale riesce a predirlo dalla voce e la speranza è che un giorno i medici possano intervenire prima e meglio. Lavora al progetto il gruppo farmaceutico Boehringer Ingelheim. Per lo psichiatra Claudio Mencacci, “il riconoscimento del rischio è la vera frontiera nella lotta alle patologie della mente”.
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