Si applica quando si renda necessario un ricovero temporaneo a seguito di un episodio di maltrattamento o di violenza, assicurando cura, protezione e anonimato alla vittima mentre si cerca un luogo più appropriato di accoglienza. Il dg Ardissone: “E’ necessario che tutti gli operatori coinvolti siano sensibilizzati e conoscano le linee guida da seguire”.
Con una delibera della Direzione Generale dell’Asl TO4 dello scorso 30 agosto è stata approvata la procedura “Letto Rosa” rivolta a tutti gli operatori coinvolti nella realizzazione del processo di assistenza delle donne vittime di violenza di genere. “Lo scopo di questa procedura – spiega il Direttore Generale dell’Asl TO4, dottor Lorenzo Ardissone – è quello di governare il percorso sanitario di una donna che ha subito violenza di genere. Il percorso, che inizia con l’accesso al Pronto Soccorso di un nostro presidio ospedaliero, deve vedere la realizzazione di un iter definito e condiviso, dall’accoglienza all’ applicazione di procedure sanitarie e sino alla protezione della vittima. La realizzazione di questo percorso richiede di creare un’alleanza terapeutica con la donna, di offrirle una sistemazione temporanea in anonimato e di attivare, alla dimissione, le risorse territoriali finalizzate a una presa in carico tempestiva e alla pianificazione di un progetto individuale di intervento”.
“Per realizzare un percorso di cura che permetta di accogliere e proteggere la donna vittima di violenza creando un’alleanza terapeutica, – aggiunge il dottor Ardissone – è necessario che tutti gli operatori coinvolti siano sensibilizzati e conoscano le linee guida da seguire. Anche questo è un obiettivo della procedura che abbiamo appena approvato”.
La procedura “Letto Rosa” si applica, quindi, quando si renda necessario un ricovero a seguito di un episodio di maltrattamento o di violenza. “Si tratta – precisa la Asl – di ricoveri temporanei nel caso in cui la vittima non possa usufruire di una situazione protetta nell’immediato; si assicurano così cure, protezione e anonimato anche all’interno della struttura sanitaria – infatti, la procedura ‘Letto Rosa’ non prevede un letto dedicato e già prestabilito in un reparto specifico per garantire che il luogo del ricovero sia coperto da segretezza – e nel contempo si ricerca la soluzione più appropriata di accoglienza della donna”.
La procedura “Letto Rosa” è un nuovo tassello che si inserisce nel percorso più ampio di attenzione da parte dell’Azienda alle donne vittime di violenza di genere. “Ormai da anni nell’Asl TO4 operano tre équipe multidisciplinari contro la violenza alle donne, ciascuna delle quali agisce in una delle tre macroaree dell’Azienda, coordinate dalla Responsabile della Psicologia Ospedaliera, dottoressa Silvana Faccio. Le tre équipe lavorano in stretta sinergia e collaborazione tra Servizi e attraverso un lavoro di rete con i Servizi Sociali, la Sezione Fasce Deboli della Procura e le Associazioni di Volontariato interessate alla tematica. Da alcuni anni, poi, i Pronto Soccorso dell’Azienda utilizzano il “Codice Rosa”, che si affianca al codice di priorità clinica, ma che è visibile soltanto agli operatori, per garantire alla vittime di violenza riservatezza e protezione in un momento che è spesso caratterizzato da fragilità e da debolezza psico-fisica”.
Peraltro, evidenzia la Asl, “è massima l’attenzione della Regione Piemonte sulla tematica in questione. Con la Legge regionale 4 del 24 febbraio 2016 sono stati definiti gli interventi di prevenzione e di contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli. Tra i numerosi interventi rientra anche l’istituzione e l’applicazione del ‘Codice Rosa’ da parte del Servizio 118 e dei Pronto Soccorso, stabilendo che l’attribuzione del ‘Codice Rosa’ renda operativa l’équipe multiprofessionale dedicata a prendersi cura della donne vittime di violenza e avvii il percorso rosa cui spetta il compito di prendere in carico la vittima”.
Da QS