EMERGENZA COVID-19 | MESSAGGIO DELL’ONOREVOLE FABIOLA BOLOGNA

2 Apr 2020

Ringraziamo l’Onorevole Fabiola Bologna, Capogruppo Commissione Sanità e Affari Sociali della Camera dei Deputati, per la preziosa riflessione che ha condiviso con Onda in merito alle misure che verranno adottate dopo il picco dell’epidemia, quando si tornerà alla normalità: “Il fatto che i dati che stiamo ricevendo siano migliori in termini di contenimento del contagio vuol dire che queste restrizioni stanno funzionando. Per questa ragione è stata appena comunicata la proroga delle misure attualmente in campo: non è questo il momento di abbassare la guardia”.

Leggete il messaggio e prestate attenzione ai nuovi provvedimenti! Ne usciremo insieme!

Dopo una prima complessa fase in termini di riduzione della libertà quotidiana di tutti i cittadini per tutelare la salute collettiva, che ci ha colti impreparati nonostante un piano pandemico e tanti protocolli che non sempre sono stati seguiti, senza mai dimenticare tutte le persone che non ce l’hanno fatta, ho notato che la comunicazione e i dati si stanno modificando in base a riscontri epidemiologici che comunque lasciano molti dubbi in termini di acquisizione e possibilità di completezza.

Credo che, per tutelare la salute pubblica, sia necessario affrontare le decisioni future con grande attenzione. L’indirizzo delle Istituzioni nazionali e locali riguardo le prossime settimane deve essere preciso. Il fatto che i dati che stiamo ricevendo siano migliori in termini di contenimento del contagio vuol dire che queste restrizioni stanno funzionando. Per questa ragione è stata appena comunicata la proroga delle misure attualmente in campo: non è questo il momento di abbassare la guardia.

Partiamo dal presupposto che le prossime settimane gli scenari dell’emergenza coronavirus potrebbero seguire andamenti variabili nelle Regioni del Paese proprio perché l’epidemia è partita o sta partendo in momenti e in modi diversi sui vari territori.

In questo momento ci stiamo impegnando tutti per cercare di estendere le indagini con i tamponi a tutto il personale sanitario e a cittadini selezionati dotando le aziende sanitarie di strumenti di analisi per i tamponi. Ci sono analizzatori veloci che, forniti ad ogni azienda sanitaria, potrebbero dare la possibilità di aumentare in maniera capillare le indagini al fine di comprendere meglio la situazione ed essere in grado di circoscrivere sempre di più il contagio.

La preoccupazione di questo momento è legata alla errata idea che sta circolando che, con un “semplice” test che misura gli anticorpi, possiamo dire ad una persona di tornare a lavorare. Considerando che la maggior parte dei test disponibili non sono ancora validati, in questo momento non siamo in grado di dire, a fronte di questi anticorpi, se la persona è immunizzata, se può essere contagiosa e avere un tampone positivo.

Quindi in questo momento è molto importante intraprendere un percorso che coinvolga tutti gli esperti della tutela della Salute pubblica: l’Istituto superiore di Sanità, il Consiglio Superiore di Sanità, il Comitato Tecnico Scientifico così come gli esperti sanitari del territorio che vivono in prima persona la realtà quotidiana locale e che ora sono altrettanto fondamentali per le scelte che verranno.

Abbiamo imparato da questa esperienza che è necessario avere delle Indicazioni Nazionali chiare che tutelino tutti i cittadini e le categorie di lavoratori a partire da quelli più a rischio, cominciando dal rispetto dei protocolli di sicurezza e dalla garanzia della presenza di dispositivi di sicurezza.

Modificare le misure prese fino ad oggi dovrà essere un processo studiato e graduale, condiviso con la comunità scientifica, con le istituzioni sanitarie del territorio, con tutte le categorie interessate.

Ci vuole un Piano Strategico che assicuri ai cittadini una mappatura realistica del contagio e assicuri a chiunque riprenda il lavoro di essere “negativo” e in un ambiente protetto. Inoltre dobbiamo garantire a tutti i lavoratori che possono lavorare in smart working di continuare a farlo, sia perché questo ci permetterà di concentrare le misure di sicurezza sui lavoratori che non possono da casa svolgere i compiti di tipo manifatturiero, sia perché proprio questo è il momento di comprendere una evoluzione che può diventare definitiva per il nostro paese allineandoci agli altri paesi europei.

Se vogliamo scongiurare la prosecuzione del contagio dobbiamo tracciare, in maniera specifica, le persone che per prime saranno in qualche modo indirizzate a riprendere il lavoro con analisi affidabili, quindi sarà necessario verosimilmente un tampone e anche altri test oltre ad un monitoraggio costante sulla persona e sui dispositivi di sicurezza che dovrà utilizzare.

Inoltre bisognerà proteggere tutta la cittadinanza da eventuali esposizioni con un contenimento legato, anche per loro, a dispositivi di sicurezza per un periodo abbastanza lungo.

Questa volta non possiamo girare le spalle e non guardare a quello che sta succedendo in Cina nel momento in cui si allentano le maglie del controllo, non possiamo permetterci di agire in ordine sparso e illuderci di poter prevedere scenari futuri produttivi con uno sguardo miope alla Salute Pubblica.

On. Dott.ssa Fabiola Bologna

Capogruppo Commissione Sanità e Affari Sociali

Camera dei Deputati

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