La malattia di Alzheimer (MA) rappresenta la forma più frequente di demenza: è presente in circa il 7% degli ultra-sessantacinquenni e arriva a interessare un anziano su tre dopo gli 85 anni.
La malattia esordisce lentamente e subdolamente con piccole dimenticanze, perdita d’interessi, modificazione della personalità. Subentrano poi disturbi della memoria, del linguaggio, del riconoscimento e dell’orientamento, incapacità a compiere azioni finalizzate e disturbi comportamentali.
Poiché non se ne conosce la causa, non esiste a tutt’oggi un’efficace terapia: i farmaci di cui disponiamo oggi si limitano a rallentare la progressione della malattia.
La MA costituisce una malattia spesso drammatica e devastante, non solo per il paziente, ma anche per l’ambiente familiare che lo circonda. Nella maggior parte dei casi la donna è il familiare di riferimento della persona malata, trovandosi così a dover gestire, spesso con grande difficoltà, fatica e con scarso supporto da parte delle Istituzioni, una situazione di estremo impegno e logorio sia fisico che psicologico.